– di Michela Moramarco –
Gli Zephiro sono una band new wave di Roma attiva dal 2002 e capitanata dal chitarrista Claudio Todesco. Gli Zephiro propongono una musica che strizza l’occhio anche al post-punk britannico, ma la loro idea di stile mescola in modo particolare e distinto liriche in italiano e a volte addirittura in giapponese.
“Baikonur” è il titolo del loro nuovo album: si tratta di un titolo parlante che vuole indicare il cosmodromo da cui partirono le missioni spaziali sovietiche tra cui quella della sfortunata cagnetta Laika omaggiata nel brano “Cosmorandagio”.
L’album è composto da nove tracce e l’atmosfera generale è di stampo indubbiamente new wave a creare un’esperienza d’ascolto peculiare ma anche abbastanza impegnativa. È possibile immergersi in questo ascolto e lasciarsi trasportare dai brani che narrano con sfumature post-punk un viaggio intergalattico, ma l’ascolto può richiedere molta attenzione per una migliore comprensione del testo.
Uno dei brani più rappresentativi di questo album è “Crisalide”, ovvero un brano che racconta l’impotenza di fronte alla costante e ostinata ripetitività della vita.
Parlando in generale, le sonorità new wave dalla patina sostanzialmente vintage anni Novanta determinano la caratteristica più autentica dell’album, ovvero quella secondo cui l’album stesso si pone come un ritorno a sonorità lontane nel tempo e nello spazio. I riferimenti discografici di questo progetto sono sicuramente i The Cure a livello internazionale e i Diaframma a livello italiano, giusto per citarne due. Non a caso, a impreziosire questo album c’è la collaborazione con Miro Sassolini, storica voce dei Diaframma, nel brano di chiusura del disco, dal titolo “Di Nostalgia”.
La band Zephiro si pone quindi come un progetto in grado di riportare efficacemente in auge sonorità alternative per un pubblico underground, o forse nostalgico, o forse ancora eletto, che non può far a meno di brani palesemente post-punk ma che mantengono una certa freschezza nonché dilagante attualità.