Hai ragione. Parliamo un po’ del tuo disco d’esordio. Impossibile non citare di Somebody To Love, la seconda traccia del tuo disco, cover riarrangiata dei Jefferson Airplane. Come mai proprio questa scelta? Cosa rappresenta per te questa canzone?
È stata una scelta comune anche con l’etichetta, perché volevamo fare un tributo a Woodstock, capitando proprio quest’anno il cinquantesimo. Beh, poi quell’organizzazione è andata male, è fallita. Oggi, ormai si sta spostando il concetto, ci sono altri festival e sono diversi. L’intento era quello di riprendere Somebody To Love come canzone – che è perfetta – e fare un tributo ai Jefferson Airplane, una band immortale. Il titolo penso dica già tutto. Così, non ci è rimasto che interpretarla in modo più personale.
Ecco, invece, proprio parlando di festival sia in Europa che nel resto del globo, c’è qualcuno in particolare a cui vorresti partecipare come musicista?
Il Coachella, assolutamente. Voler arrivare al Coachella penso che sia scontato, ma è dura.
Beh, mai dire mai.
Questo assolutamente!
In un certo senso si può dire che gli otto inediti presenti in Naked Thoughts non siano figli di questi tempi, quanto piuttosto legati ad un gusto più personale. Io ci vedo tanto Stevie Wonder e qualche pizzico di Paolo Nutini. Chi mi sono persa? Chi sono gli artisti a cui ti sei ispirato, in particolare, per questo lavoro?
I due che hai nominato sono già praticamente una grande parte. Secondo me, si ripresentano. Nasce tutto da lì, da un mix tra la roba che abbiamo ascoltato da piccoli fino alle nostre idee. Si mescola tutto. Penso sia anche questo rendere qualcosa personale. Ovvero, con quello che hai assimilato, chiaramente trovare poi la tua voce e riuscire a staccarti dagli altri. Non è una cosa semplice, ma ce la puoi fare. Tutti nascono così. Anche gli artisti prima di me, Steve Wonder, Paolo Nutini, hanno avuto a loro volta persone da cui hanno tratto ispirazione.
Chiunque ha fatto questo. Anche Elvis, tanto per fare un esempio a caso.
Esatto, anche Elvis! Così come l’uomo che si è inventato il blues e via dicendo.
Ritorniamo nuovamente sul disco, da cui sono già stati tratti i singoli I Will, Run e Twelve. Per quale motivo sono stati questi i prescelti? C’è un brano a cui sei più legato tra tutti?
Per i singoli mi sono affidato all’etichetta, al mio manager. A volte, noi siamo troppo legati. Poi nel futuro forse avrò una visione più giusta. Per il primo, però, mi sono affidato a loro per i singoli. Tra i pezzi dell’album, invece, tengo molto a Water, Oh My!, Love Ain’t Relaxing. Sono molto intimi ed allo stesso tempo mi mettono felicità.
Andiamo in chiusura e ti faccio un’ultima domanda. Come descriveresti il tuo Naked Thoughts in tre parole e perché?
Direi personalissimo soul pop, perché ci sono generi, tipo il soul, il pop, che devono rispettare dei canoni sia nel cantato che nella musica. Poi, io cerco sempre di metterci del mio, indipendentemente dal genere. Il tutto deve essere personale.