Propaganda è il compimento ideale di quel processo di cui gli YOUAREHERE hanno reso gli ascoltatori partecipi con l’uscita dell’Ep “Primavera” che li ha visti abbandonare i territori più ariosi delle loro prime produzioni glitch/ambient e immergersi in un universo musicale che si modella su sonorità sempre più corpose e accattivanti.
La cifra stilistica portante è ancora il minimalismo, ma la risolutezza nella costruzione della progressività e dei crescendo che caratterizzano pressoché tutte le tracce è uno degli indici più manifesti della grande padronanza che la band ha acquisito nell’uso del proprio linguaggio (che si è peraltro arricchito inglobando una certa modalità tipica dell’elettronica continentale e teutonica in particolare di flirtare con lo spirito del clubbing pur mantenendosi in una dimensione intimista) e delle sue possibilità evocative.
Altro elemento connotante dell’album è l’uso suggestivo della voce e dei loop vocali, che si pone come innovativo nel percorso della band (nonostante già accennato in “Primavera” raggiunge qui infatti un livello di compiutezza che lo rende non più sperimentale ma totalmente integrato nel range espressivo della band) e contemporaneamente come punto di connessione con le soluzioni più spiccatamente ethereal di “As When the Fall Leaves Trees”.
Parlare dei brani migliori di “Propaganda” risulta vano considerando la meravigliosa coesione che lega ogni episodio al successivo, nonché l’omogeneità nella fattura di ciascuno di essi (ottima, ovviamente), sembra invece importante notare come sia stata abilmente costruita la successione dei pezzi. Il trittico d’apertura formato da Bulb, Gagarin e Lacuna è energizzante, magniloquente e produce quel genere di impatto e fascinazione subitanea che è quanto di meglio si possa ricercare in un’esperienza di ascolto; Incipit, Dynamo e Pulsar cominciano a dare segnale chiaro dell’atmosfera trasognata che dominerà la seconda parte dell’album cominciando a proporre umori più raccolti e crepuscolari; Greater Things, White On White e You Were Born Years Before sembrano essere il fulcro emotivo dell’album e trasportano in una dimensione trance-like che regala una momentanea elevazione a un livello più sereno d’esistenza per poi lasciare spazio ai conclusivi Propaganda e Shojna che rappresentano invece una nuova immersione nell’immanenza con dei toni realisticamente più malinconici ma fecondi di un sentimento speranzoso nel relazionarsi col mondo che aggiungono oltre al valore artistico e al piacere uditivo una possibilità di trarre benefici spirituali dall’ascolto, caratteristica affatto irrilevante nell’epoca dell’identificazione di ogni arte con il puro intrattenimento.
Sarà per il fatto di risultare immuni alla tendenza che sta portando l’elettronica sempre più fuori dall’orizzonte dell’emotività verso direzioni cerebrali, sarà per il fatto di sapersi esprimere in generi che prima di loro non sembravano neanche pensabili al di fuori delle culture germaniche (e saperlo fare anche bene), gli YOUAREHERE hanno dimostrato ancora con “Propaganda” di essere una delle proposte più interessanti del panorama nazionale e europeo. E per chi li accusa di essere derivativi consiglio una bel ripassino mirato a notare quanti nella storia della musica si siano espressi a livelli altissimi pur usando codici espressivi preesistenti. Siamo davvero così immersi nelle dinamiche consumistiche da aver bisogno di nuovi generi ogni giorno?
Nicolò Turchetti