Ho conosciuto i WrongOnYou per caso, una sera in un locale qualche tempo fa. Era una delle loro prime esibizioni e ne rimasi folgorato. Non per niente, ma il mio stupore nel vedere in seguito il nome della band girare, tra locandine, concorsi e serate, e stato pressoché nullo. Perché?
Diciamo la verita: i WrongOnYou sono oggettivamente bravi. Quella sera m’è bastato qualche minuto per capire che non avevo di fronte la solita musica, fatta dei soliti riff, dei soliti suoni, delle solite strutture: i WrongOnYou saltano a pie’ pari qualsiasi formalità e qualsiasi canovaccio prestabilito nei confronti della composizione e dell’esecuzione musicale. Sono in due – due chitarre più una drum machine che funge anche da sintetizzatore. Ma parlare di chitarre e fuorviante: i suoni che ne escono sono dilatati, eterei, liquidi. E allo stesso modo potrei provare a definire il sound ricercato e ottenuto, che culla la mente in uno stato di reverie perpetuo, perennemente in bilico tra l’ambient del non-musicista Eno e memorie islandesi, con qualche barlume del folk e delle melodie dei Bon Iver. Poi, quando chiedi a chi si ispirano e ti buttano dentro John Frusciante e John Mayer, capisci che il duo e tutto fuorché banale. La mente creatrice del progetto e quella di Marco Zitelli, voce filtrata e chitarra acustica “a 5 corde” (davvero!), impegnato inoltre a smanettare con le manopole della suddetta macchinetta ritmica; a fianco a lui, Daniele De Sapio, altrettanto indaffarato sul palco con riverberi, echi, ebow e quanto necessario per creare quel muro di suono caratteristico della band.
I WrongOnYou vanno a riempire quel vuoto, colpevolmente trascurato, di musica d’ambiente tra post rock ed elettronica, che a Roma e dintorni si sentiva; e quasi saturano quello spazio, grazie alla loro maestria nel creare sensazioni, atmosfere e suoni oceanici, tanto che, mi sbilancio, quasi si potrebbe parlare, in un futuro prossimo, di uno stile “alla WrongOnYou”. In pochi mesi si sono imposti sulla scena romana, dove potranno arrivare da qui a qualche anno?
Riccardo De Stefano