Venerdì 8 gennaio 2016, Magazzino 33, Roma. La serata è piuttosto fredda, le temperature invernali hanno cominciato a farsi sentire nella capitale, ma l’occasione è delle migliori se si cerca un po’ di calore: il live dei Wake Up Call. Il programma della serata è uno show acustico, e l’idea di potersi godere la musica della band romana filtrata dalle chitarre acustiche, magari sorseggiando un bel bicchiere di vino rosso, è molto allettante.
Il locale è piccolino e sovraffollato, si fa fatica a trovare un posto ad un tavolo, proprio a dimostrazione del grande lavoro portato avanti da Tommaso e Oliviero Forni (rispettivamente voce e chitarra) e dai loro compagni Luca Marini (batteria) e Badd Tripp (basso) negli ultimi anni.
Tempo di sistemarsi sul piccolissimo palco messo a disposizione dei quattro musicisti e via si parte con la musica: la formazione non è quella classica da concerto acustico, infatti è sempre presente la chitarra elettrica di Oliviero (seppure piuttosto educata), che suona i riff principali e qualche assolo, lasciando il resto alla chitarra acustica suonata da Tommaso e alla perfetta linea ritmica di basso e batteria, che pestano come se fossero allo Wembley Stadium, creando una base rocciosa e potente su cui possono comodamente adagiarsi tutte quante le canzoni in scaletta.
L’onere di aprire le danze viene lasciato a Rise, subito seguito da tre pezzi pescati dall’ultimo album della band Batteries Are Not Included (2012 ndr): Not Like You e i due singoli To Be (il primo estratto dall’album) e Let You Go, senza dubbio una delle più radiofoniche dell’intera produzione della band, riproposta in modo impeccabile.
Subito dopo questa immersione nel repertorio dei Wake Up Call arriva la prima cover della serata, o meglio, le prime cover. Infatti si tratta di un medley di pezzi dei Foo Fighters, che comprende My Hero, Best of You e Learn To Fly, trasportate insieme in questa veste semi-acustica che lascia intatta tutta l’energia originale seppur in un formato molto più intimo. La serata continua tra pezzi originali (Batteries Are Not Included, Before I fall e l’ultimissimo singolo A Modern Love Song) e qualche cover di alcuni classici del rock (Rockin’ in the Free World, Summer of 69 e la conclusiva Gimme Some Loving), con una band che riesce a tenere sempre alta la qualità dell’escuzione, senza rinunciare a qualche piccola pausa per un sorso di birra tra un pezzo e l’altro.
I Wake Up Call sono una band che “Rock N’Roll” l’ha scritto sulla porta della sala prove, e che anche nella veste desueta che ha indossato al Magazzino 33 di Roma, risulta vivace, moderna e vintage allo stesso tempo, ma soprattutto sempre, sempre, sempre coinvolgente.
Siamo sicuri che il rock n’roll sia morto?
Francesco Pepe