Andiamo a casa della Lilium Produzioni, andiamo a casa di Enzo Onorato per conoscere da vicino il progetto LADY DAY: eventi, concerti, pubblicazioni e tanto altro… tutto questo per raccogliere fondi per le Borse Lavoro devolute alle vittime di violenza. Sono due i vinili fino ad ora immessi sul mercato esclusivamente in formato fisico, ovviamente… e noi ci avviciniamo a questa seconda uscita dentro cui troviamo “Preghiera” di Ilenia Volpe e il brano “Ennesimo” di Colli. A loro e ad Enzo Onorato e Alexandra Goddi rivolgiamo le nostre domande:
Prima l’uovo o prima la gallina? Enzo Onorato ha scelto voi o ha scelto i brani in primis? Oppure è tutto un’altra storia?
(Ilenia Volpe)
Devo ancora capire se è nato prima l’uovo o prima la gallina. Quindi direi che è tutta un’altra storia, fatta di confronto e racconti, poi divenuta collaborazione.
(Colli)
È un’altra storia o forse è una storia che ha sia l’uovo che la gallina come principio: con Enzo ci conosciamo da qualche anno. Ci siamo beccati a vari concerti di cui a volte lui era produttore, in altre occasioni, spettatore. Siamo diventati amici intessendo discorsi sulla musica e gli ho detto che anch’io mi esprimevo musicalmente, nel mio piccolo. Poi, mi è capitato di fargli sentire la mia rivisitazione di un pezzo che piace a entrambi e ricordo ancora le testuali parole: “Va be’, da come me l’hai messa, pensavo suonicchiassi, non avevo immaginato questo estro!” “Va be’, rispondo, allora, ascolticchia ‘sta robetta e vedi se ti piace!” Ha ascoltato e ha scelto Ennesimo.
Sono brani questi che in qualche modo restituiscono una “distorsione” alla normalità dei giorni. Che sia questa distorsione la vera normalità? Che sia questo tempo patinato di perfezioni estetiche la vera anomalia?
(Ilenia Volpe)
Una distorsione è totalmente inutile laddove non ci sia ascolto. Può essere profondamente utile laddove qualcuno sia disposto all’ascolto. C’è sicuramente un’anomalia, ma non credo che abbia un tempo e uno spazio specifici. Ma sicuramente una cultura.
(Colli)
Mah… non so. Non sono mai stata in grado di definire la normalità, quindi ho difficoltà anche a pensarne la distorsione. Se per normalità intendi parlare del “tempo patinato di perfezioni estetiche” che stiamo vivendo, ti dico: sì, quella è l’anomalia, ma è roba non solo di questo tempo. Questo tempo è già figlio, forse nipote, dell’anomalia intesa in quel senso.
Domanda solo per Ilenia Volpe: da questo brano sembra che la preghiera diventi come un mantra per levarsi via di torno il pensiero critico. Sbaglio?
Non credo, ma è il tuo pensiero critico su un mio brano, non sarebbe comunque sbagliato.
Domanda solo per Colli: l’amore e il suo tono dissacrante… cosa intendi di preciso? Mi ha colpito questo nella tua dichiarazione…
Dissacrante, nel senso che dissacra ogni replica alla sua aggressività. Ma come, ti affronto e tu, sopraffino, ricadi a decidere di me? Profanatorio, no?
È interessante soffermarsi sul perché di queste copertine… di sicuro la donna al centro, di sicuro la provocazione… ma cos’altro?
(Enzo Onorato)
Il progetto Lady Day nasce da una mia intuizione, ma nel corso degli anni ho sentito la necessità di avere accanto delle professioniste che potessero mettere a fuoco le idee legate al progetto e cercare d’incanalare i miei pensieri verso il percorso migliore. Così le cover, la progettazione e lo sviluppo di entrambi i vinili sono stati curati dall’agenzia di comunicazione Intu Agency nella figura di Alexandra Goddi, che ne è l’art director e designer. Quindi credo sia giusto che a questa domanda risponda direttamente Alexandra.
(Alexandra Goddi)
Le illustrazioni centrali delle figure femminili sono state realizzate in collaborazione con Guido Masala, creativo e illustratore della Bonelli. La collana avrà sempre come protagoniste delle figure simbolo femminili, abbiamo dedicato la prima copertina alla Madonna e poi ad Atena. Questi modelli, tradizionalmente, rappresentano la mitezza e la saggezza. Con il nostro progetto vogliamo evidenziare un’altro aspetto di queste figure, non celebrato, ma presente, cioè la ribellione e la sfrontatezza. Vogliamo comunicare che esiste la possibilità di disobbedire a ruoli ed etichette che vengono attribuiti alle donne e che quindi un altro modo di vedere le cose è plausibile. L’iconografia, i simboli, sono un mezzo potente che penetra nell’inconscio e condiziona i comportamenti. Le nostre dee sono ribelli, scanzonate, ironiche e colorate, escono dalle regole per riscrivere il proprio destino al di là di imposizioni e costrizioni. Sono un modello positivo per quelle donne che sentono di essere confinate dentro una gabbia che le opprime e le domina.
La donna come cantautrice, come artista, come rocker… anche li lotta per confermare una posizione e una individualità?
(Enzo Onorato)
La dualità tra donna e uomo da secoli ha suscitato grandi divisioni e grandi conflitti. È piena la storia di donne che hanno lottato per affermare il proprio pensiero, la proprio forza e competenza in ogni campo. Non credo che le musiciste si mettano a creare perché desiderose di confermare la propria posizione o individualità. Semplicemente lo fanno con naturalezza, perché sentono l’urgenza di esprimere ciò che hanno dentro, senza necessariamente viverla come una battaglia o dover dimostrare qualcosa a qualcuno, si tratta di modi di essere, a volte questi modi di essere possono coincidere con posizioni sociali e politiche ben definite. Mi è capitato, invece, di notare un certo disagio negli uomini, che spesso si sentono inferiori di fronte a una naturale attitudine a creare delle donne e quindi innescano futili rivalità.