– di Giuseppe Zibella –
Dev’essere stato allo Sponz Fest che Vinicio Capossela ha subìto la fascinazione di Young Signorino. Precisamente nel secondo dei tre giorni di concerti, quando da Fest lo Sponz si è tramutato in Pest nella serata A’Mascarata, a base di trap, rap e dannazioni varie.
Il cantautore irpino ebbe il coraggio di rischiare proponendo una serie di nomi altisonanti quali Livio Cori, The Andrè, Enzo Savastano (oltre a Morgan e Almamegretta) e ovviamente il Signorino.
Quest’ultimo, occhiali scuri come i tatuaggi che sfoggia in volto, si scaraventò impavido sul palco e intrattenne per una buona mezz’ora un pubblico attonito e alquanto sconvolto. Forse al Vallone Cupo di Calitri, luogo dedicato ai concerti dello Sponz, una tale esibizione è risultata inaspettata, di forte rottura, ma calzante con il tema della manifestazione: il “sottaterra”.
Arriviamo così a qualche giorno fa, al singolo +Peste dell’accoppiata impossibile Vinicio Capossela – Young Signorino. Il brano altro non è che una rielaborazione lirica e sonora di una delle Ballate Per Uomini E Bestie di Vinicio. Al trapper di Cesena e al suo produttore FiloQ è stata data carta bianca, con l’unica clausola di contagiare il più possibile l’originale. La canzone viene allora rivestita di un macabro beat tribale e rumori dissonanti di sottofondo, e avvelenata dai versi pestilenziali di quello che Capossela non stenta a definire l’ultimo dei dadaisti.
Le barre di Young Signorino riescono ad infestare il pezzo e a pareggiare, forse addirittura a superare, quanto scritto dal nativo di Hannover qualche mese prima. I bacilli sono i like e le fake news nella medievale rete, dove antisociale diventa social(e). E la peste è l’odio violento che si diffonde nella virtualità e rompe gli argini fino a raggiungere il reale.
La maschera di Young Signorino e la trap sono il veicolo migliore per produrre straniamento e per denunciare ferocemente l’utilizzo pericoloso dei social network, governato dai leoni da tastiera e da tutti quei gruppi di cacciatori di un nemico comune.
+Peste è il risultato innovativo dell’incontro di due generazioni musicali distanti anni luce, della canzone d’autore di un cantastorie e del linguaggio destrutturato di un artista dell’oggi. La miscela di questa commistione è una trap ballata che funziona e che riesce a incuriosire l’ascoltatore. Potrà essere questo strambo incontro motivo di avvicinamento tra generi e stili diversi? Tornando al singolo, peccato solo per il mancato “Let’s tweet again/ Let’s tweet again” presente nell’originale.