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Una delle cose più commoventi della musica è la sua capacità di essere descrittiva, anche senza parole. Forse per questioni di rimembranze (per dirla alla Foscolo) o di suggestione, eppure si può solo con poche note creare dei paesaggi sonori vividi e suggerire una palette emotiva precisa.
Ed è quello che fa Vincenzo Tusa nel suo nuovo album, “Our Leaves”. Vincenzo è infatti un chitarrista e compositore palermitano, che parallelamente al suo lavoro con varie formazioni locali, ha avviato anche un percorso solista. Un percorso dove esplora le sonorità della chitarra elettrica, prediligendo il minimalismo delle soundscapes e della musica ambient.
“Our leaves” è composto da otto tracce, tenute insieme dalla stessa ricercata atmosfera malinconica e autunnale. Nel duplice ruolo di chitarra d’accompagnamento e solista, Vincenzo Tusa ha il talento di descrivere perfettamente i tempi attuali, autunnali, notturni – o comunque sfumati – e malinconici, come uno sguardo fuori la finestra senza possibilità di uscire.
Brani come “To be attended”, che apre il disco, non si limitano solo alla ricerca di un suono lungo, riverberato: con mestiere e buon gusto, Vincenzo tratteggia anche melodie precise, che accompagnano e illuminano di luce la costruzione armonica della chitarra.
Registrato in solitaria, l’album mantiene un’impronta casalinga – e forse una produzione più accorta avrebbe bilanciato meglio le composizioni – che comunque riesce a trasmettere la pura essenza compositiva di Vincenzo Tusa, sempre orientata, anche grazie a un utilizzo delle dinamiche e dei sali-e-scendi, a tirare fuori sensazioni emozionali sempre precise, come nella struggente “Suspendend horizons”.
In questa sorta di concept album delle emozioni – più che delle parole – c’è anche spazio per un ultimo tocco di luce, che piega in su il sorriso imbronciato che ha accompagnato l’album: la traccia per chitarra solo di “It’s a new day” ci dà il saluto finale con un’apertura verso il domani – e tempi migliori.
Vincenzo Tusa ci regala così un piccolo viaggio personale nell’intimità di uno spazio domestico, ma dai grandi orizzonti musicali, tutto da esplorare e da scoprire, di ascolto in ascolto.