È stato presentato ieri alla Camera il ddl per la disciplina delle attività musicali contemporanee popolari dal vivo.
L’obiettivo del provvedimento, firmato da 17 deputati PD, è “fornire agli artisti, agli operatori e alle associazioni tutti gli strumenti normativi per generare maggiore creatività e ricchezza musicale: dal tax credit per gli investimenti, alla semplificazione dei processi amministrativi, ai finanziamenti agevolati per ammodernare le attrezzature, al riconoscimento della musica senza distinzioni di sorta quale leva culturale fondamentale per il Paese“.
“Il testo” – spiega in conferenza stampa a Montecitorio Roberto Rampi, deputato del PD e primo firmatario –“nasce fuori dal Parlamento, tra gli operatori del settore e raccogliendo l’appello di tanti artisti e cittadini. Ai lavoratori vanno garantiti diritti come la sicurezza sul lavoro, i contributi, il welfare. Quello della musica popolare è un settore industriale importante, un pezzo di impresa del Paese“, per questo il Parlamento “deve provare a fare un passo avanti“.
Molti gli artisti che approvano l’iniziativa e sperano in una rapida approvazione della legge. Amedeo Minghi non ha dubbi sulla bontà della proposta: “Sono cose che chiediamo da decenni a tutti i governi e nel frattempo il mondo discografico si è polverizzato. Mettiamo in moto un meccanismo economico enorme, ma gli artisti sono quelli che hanno meno ritorno e le cifre che si raccolgono sono notevolmente più basse di prima, soprattutto rispetto agli altri Paesi dell’Unione“. Sulla stessa linea Massimo Di Cataldo: “È una legge molto importante che riguarda i lavoratori. Fare il musicista è un mestiere e chi lo fa deve avere i suoi diritti come avviene all’estero“. Sottoscrive la proposta anche Noemi, che pensa in particolare “a chi suona nei locali e non ha una struttura di regole e leggi che li difenda soprattutto per quel che riguarda i contributi. Spero che si possa fare qualcosa per chi ha fatto della musica la sua vita e il suo mestiere: persone che fanno parte dell’Italia che lavora“. Il rapper Shade, infine, spera “che questa legge tuteli anche le generazioni più giovani“.
La proposta di legge consta di due articoli e prevede una copertura finanziaria di 50 milioni di euro annui a decorrere dal 2017. È appoggiata da tutto il settore della musica: dalle associazioni di discografici Afi, AudioCoop, Fimi e Pmi alle associazioni di musica dal vivo Assomusica, Arci e Rete dei Festival fino al MEI – Meeting delle Etichette Indipendenti, la kermesse italiana dei giovani musicisti emergenti.