Si intitola “Orso Giallo” questa nuova pietra miliare nella lunga carriera dei Vallanzaska che festeggiano 25 primavere di grande ska italiano. Uno ska decisamente ironico, a volte pop, a volte (tanto) americano, a volte un po’ nero di pelle. Ma forse più di tutti questo lavoro raggiunge una maturità di produzione e di scrittura e celebra a pieno la scuola milanese che in questo caso sconfina oltre l’oceano a cercare quel soul tinto di rock degli Specials. I Vallanzaska ci sembrano in perfetto equilibrio nei loro tempi in levare. E non mancheranno di certo contaminazioni e fuori programma che personalmente non mi sarei aspettato.
Ma se vi dicessi che questo nuovo disco ha un bel retrogusto “politico”?
L’importante è che sia “bel”. Beh si, ma attenzione, un retrogusto politico può essere che ci sia, dipende da come etichetti una canzone su Donald Trump o sulle ruberie italiote. Siamo osservatori della realtà, non suggeriamo nessun tipo di proposta per uscire dalla crisi né tantomeno esiste uno schieramento politico dei Vallanzaska. Siamo un gruppo musicale e non un gruppo militante. Vade retro militanza.
Che bel momento di goliardica analisi sul tempo che stiamo vivendo. Il vostro disco dovrebbe farci riflettere e non poco o sbaglio?
Certo, ma anche dare piacere. Ripeto, siamo un gruppo musicale. Insieme alle tematiche diamo importanza alla composizione musicale, alle liriche, agli arrangiamenti, che in “Orso giallo” sono la vera svolta. Qualcuno ci ha detto che se lo stile è cambiato, le canzoni del nuovo disco rimangono indiscutibilmente vallanza. È una bella descrizione del nostro momento. Poi naturalmente se una nostra canzone fa pensare, tanto meglio. Vedi “Donald Trump” che non è politica ma fantapolitica.
L’accostamento ad una certa scuola milanese è d’obbligo. Voi ne sentite il peso, l’eredità o una felice combinazione del caso?
Nessun peso, nessuna responsabilità. Non vogliamo essere accostati alla scuola milanese, ne facciamo parte profondamente, per origine e parziale ispirazione. Anzi, se dopo 25 anni di onorata carriera il Comune di Milano volesse insignirci dell’Ambrogino d’Oro, siamo pronti a ritirarlo sul palco il prossimo S. Ambrogio. Dai Beppe Sala, aspettiamo l’invito.
E a parte i miti nostrani e a parte gli Specials, chi altro dovremmo citare dal calderone delle vostre ispirazioni?
Nessun altro direi, li hai detti tutti.
Chiudiamo con “L’Assessore”. Ma se voi foste al suo posto? Se al suo posto oggi ci fosse uno qualsiasi di noi altri?
Io credo che l’occasione faccia l’uomo ladro. Ma ciò che è descritto nella canzone è una caricatura. Quasi. L’ispirazione iniziale viene dalla festa romana che fece un giovane consigliere comunale del Comune di Roma dove gli invitati arrivarono con maschere di maiali, cavalli, le donne vestite da vergini vestali, droga, arroganza e distacco totale dalla realtà, insomma, un vero bordello. Che fece giustamente scandalo. Figura orripilante. In politica non credo che finirei mai in situazioni del genere se non da osservatore curioso. Però credo anche che nonostante i saldi principi morali di un qualsiasi vallanza prima di entrare in politica, sarebbe facile per ognuno di noi cadere prima o poi in qualche tentazione che renda la vita più facile. Il brutto è che è sempre a discapito degli altri. Mai dimenticarlo.