– di Giacomo Daneluzzo –
Umberto Ti. – per l’anagrafe Umberto Tramonte – torna con l’EP Non credo basterà, a un anno e mezzo di distanza dall’album Alaska. Uscito per New Model Label/AudioGlobe, prodotto e arrangiato (come i precedenti lavori) da Giuliano Dottori, Non credo basterà rappresenta un ottimo punto d’arrivo per Umberto Ti. e il suo percorso artistico all’insegna del più nobile cantautorato italiano.
La produzione presenta una vena sperimentale decisamente più marcata del capitolo precedente Alaska, il cui minimalismo barocco viene ora rimpiazzato da un cantautorato folk ricco di chitarre, fiati (bellissimi i flauti, di cui è stato fatto largo uso, a partire dalla breve intro, e gli ottoni) e sonorità varie ed eterogenee, dal pianoforte ai ritmi sincopati di percussioni esotiche.
Ma anche dal punto di vista testuale si nota una certa evoluzione: l’impulso autoanalitico rimane, lasciando però più spazio a un susseguirsi di immagini poetiche potenti ed estremamente ermetiche. I nomi che mi vengono in mente quasi automaticamente in relazione ai testi di Non credo basterà sono quelli di De Gregori e di De André (quest’ultimo anche per via di una certa affinità degli arrangiamenti dell’EP con quelli di alcune fasi della carriera del cantautore genovese).
Umberto Ti. ha realizzato un piccolo gioiello, della durata di 20 minuti scarsi; dentro c’è il suo mondo poetico, le sue riflessioni ed emozioni, raccontate attraverso storie travolgenti su musiche sognanti, prodotte con un’attenzione maniacale a ogni dettaglio sonoro. Non credo basterà usa un linguaggio contemporaneo, seppur ermetico e spesso simbolico, senza però rinunciare (cosa affatto scontata) alle ricchezze della grande tradizione cantautorale nostrana, e anzi valorizzandole degnamente.