– di Giacomo Daneluzzo –
Umberto Ti. – al secolo Umberto Tramonte – è un cantautore padovano, che a due anni di distanza dall’EP d’esordio Cielo incerto ci regala una piccola perla chiamata Alaska, uscita nel 2018 per Tikka Music/New Model Label, che dura poco meno di mezz’ora ed è caratterizzata da una grande cura dei dettagli e delle melodie e da una brillante scrittura autoanalitica.
Le canzoni di Alaska, come il titolo, a un primo ascolto fanno pensare a uno scenario desolato, ghiacciato, malinconico. Ma a un ascolto più approfondito si può trovare dell’altro nelle descrizioni apparentemente disilluse di “vecchie ferite inflitte alla memoria” (Domenica) narrate da Tramonte: mi riferisco a un approccio molto analitico nel parlare di sé, delle proprie emozioni e dei propri ricordi, al fine di arrivare a una sorta di rinascita interiore, o di catarsi, forse anche mediante le canzoni stesse.
Canzoni che, oltretutto, presentano arrangiamenti tutt’altro che banali, che potremmo, in modo riduttivo, etichettare come pop cantautorale, ma che in realtà sono prodotti raffinati realizzati da Giuliano Dottori, il cui sodalizio con Umberto Ti. iniziato con l’EP d’esordio prosegue con la realizzazione di basi di ottima qualità, capaci di creare un’efficace alchimia con i testi.
Alaska è un album che si lascia ascoltare molto gradevolmente, ma che presenta anche una profondità non comune nel parlare del mondo interiore dell’autore, una scrittura fluente e diretta e un’elegante cornice musicale che completa alla perfezione il quadro.