– di Angelo Mattina –
foto Nicola Santoro –
Quinto album in studio a proprio nome, Forma Mentis di Umberto Maria Giardini è anzitutto un lavoro positivamente nostalgico. Di quelli avulsi dalle tendenze del momento, legati
piuttosto a rotte sonore che hanno finito per determinare i propri lineamenti esistenziali ed artistici.
In questo caso il fu Moltheni compie un bel balzo ferino negli anni ’90, gli stessi che hanno scandito i battiti di una generazione mai cresciuta e che, in questo caso, definiscono le coordinate del disco. Coordinate fatte di tempi dilatati, arpeggi riverberati e di aperture acide; ma anche di incursioni psichedeliche, distorte, a tratti litaniche. Ci si addentra in degli stilemi che, dapprima, a stento si crede possano funzionare per tutte le dodici tracce dell’album, ma che poi ben si ricamano all’estro del cantautore marchigiano ed ai suoi echi sognanti.
Quando ci si allontana dai paradigmi del presente, dai sui trend e dai suoi conformismi, è un attimo ritrovarsi comparse di flashback passatisti. Altra cosa è rielaborare un linguaggio rendendolo credibile.
Forma Mentis ne è sana testimonianza.
Umberto Maria Giardini sarà in concerto questa sera (15 marzo) al Largo venue di Roma.
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