– di Naomi Roccamo –
Dopo anni, sono tornata a sentire Tutti Fenomeni: il 24 giugno il fenomeno di 42 Records passa nella sua Roma, a Villa Ada. E mi è esploso l’hype.
Forse non sarà credibile detto da chi, come me, vive costantemente in hype per la musica, in ogni sua forma e dimensione, ma Tutti Fenomeni è un artista che da ormai quasi tre anni, inizio del suo progetto da solista, è riuscito veramente a distinguersi nel panorama musicale italiano. O forse vale di più proprio se detto da qualcuno con delle preferenze musicali abbastanza versatili.
La musica di Tutti Fenomeni è diversa. Diversa perché fa divertire di più e descrive tutto meglio del resto degli artisti in circolazione.
Forse per la sua dimensione rivelatoria (e rivelatrice) quasi intima direi, la musica di Tutti Fenomeni assume meglio una forma propria in un luogo più personale, lontano dalla calca sotto palco e dall’euforia generale.
Il primo approccio con “Merce Funebre”, album che ha leggermente cambiato la mia vita, l’ho vissuto come un piccolo segreto sussurrato, un insieme di verità che atterravano perfettamente su una consapevolezza tutta nuova, illuminante.
Proprio per questo il concerto di settembre 2021, live di esordio dopo un disco che ci ha coccolato durante il lockdown, probabilmente agevolato dal ritorno all’aria aperta e alla dimensione 3D, mi è sembrato comunicare qualcosa in più; dal cambio outfit per le diverse fasi della serata, all’avvento di spezzoni tratti da “Radio Guarascio” e all’avere modo di assistere allo show con i genitori seduti affianco a me, emozionandomi vedendoli emozionati.
È un Giorgio Quarzo Guarascio più chill quello del live di venerdì a Villa Ada, composto nel suo look total black. Chi lo conosce sicuramente meglio di me viene a dirmi che non si vede, eppure era molto emozionato.
Il nero viene squarciato da un fumogeno rosa che apre “Privilegio Raro”: “se vi lancio un fumogeno ne fate buon uso?”
Il pubblico gli fa subito capire che sta lì per lui e anche in maniera decisa, a volte sembra accorgersene e scuote la testa un po’ incredulo, come a dire dai, siete troppo gentili. Probabilmente è stare su quel palco il vero privilegio raro per lui. Ma a volte sembra quasi che non se la senta.
Il suo genio introverso lo fa andare spedito, quasi sbrigativo mentre si alternano nuovi e vecchi brani: durante “ A Roma va così” si poteva sicuramente dare di più, geniale il mash up in “Cantanti”, che diventa “La Donna Cannone” – “Brividi”, ma soprattutto “Bagno a Mezzanotte” di Elodie.
Ed è qui che si alza davvero il volume della… folla, anche grazie a “Per Quanto Ti Amo” e ai dulcis in fundo “Valori Aggiunti” e “Diabolik”.
“Al 99% delle donne non piace il caaaa…zzo perché sono furbe
perché sono furbe”
Di sicuro nemmeno in questa data è mancato il fandom laziale, sempre presente, energico e pronto al pogo, perfettamente accomodato sul divano di casa visti i gusti esplicitati del cantautore.
Il pubblico si è divertito, ma si è anche auto intrattenuto. Ha proprio svolto un compito, cioè quello di motivare e divertire chi sta dall’altro lato e, dico nuovamente forse, si basa anche su questo un live: sul realizzare quanto conta per la gente la musica che fai.
Per scioglierci tutti ancora un po’, con “LGBT” in sottofondo arriva una crew sul palco, qualcuno dei Tauro Boys, e a “Roma va (di nuovo) così”. E senza un vero e proprio finale si chiude il sipario, la gang torna a casa.
E di conseguenza pure noi.