Tuma nasce a Nardò il 9 giugno 1997 e fin da piccolo dimostra di essere un abile intrattenitore delle masse. Dopo il diploma si iscrive al Conservatorio Tito Schipa di Lecce dove inizia a studiare chitarra jazz, tramutando in studio la sua passione per la musica, accompagnata da quella della scrittura.
Le sue canzoni raccontano storie di vita quotidiana, storie semplici, vissute e non, guardate dalla prospettiva di uno studente squattrinato qualsiasi che vive alla giornata insieme ai suoi coinquilini, con la convinzione che spesso, come direbbe un suo caro amico, basta una chitarra e una bottiglia di rum per star bene.
Il 25 marzo 2020 pubblica il suo nuovo singolo Una canzone sconcia sotto l’etichetta Discographia Clandestina, a seguire Mi piacerebbe evitare #2. Al momento l’artista sta lavorando al suo primo album.
Tuma rispolvera un suo vecchio pezzo vestendolo di un nuovo sound, si tratta di una versione 2.0 del singolo Mi piacere evitare. Il brano ha sancito l’inizio del suo percorso artistico quando ancora non sapeva di voler fare il cantautore. Tornando indietro a due anni fa vediamo un Tuma ventenne, politicamente scorretto, un Tuma che iniziava a cantare ironicamente il suo modo di vedere il mondo. Mi piacerebbe evitare è una canzone politicamente scorretta il cui obiettivo è quello di urlare a gran voce tutto ciò che avremmo sempre voluto dire, ma non ne abbiamo mai avuto il coraggio.
Ecco cosa ci ha raccontato…
Partiamo dagli esordi, sul tuo profilo Spotify ci sono due singoli, Semplice e Annapaola, che sembrano appartenere ad un Tuma 1.0. Cos’è cambiato in questi anni rispetto al tuo approccio alla scrittura e cos’è cambiato rispetto alla tua concezione di fare musica?
Per quanto riguarda la scrittura mi sembra che sia cambiato poco, o meglio, lo spirito è sempre quello. Indubbiamente, in questi due anni, sono maturato molto (artisticamente parlando, perché nella vita… ma questa è un’altra storia), sono più sicuro dei miei mezzi e consapevole dei miei limiti. Sono riuscito, più che altro, a trovare un “centro di gravità permanente”, dicendola alla Battiato, un mood in cui riesco a sentirmi pienamente me stesso, e credo che sia questa la differenza tra i due “periodi”.
Ti definisci un cantautore indipendente (cantautore per non dire disoccupato, indipendente per non dire squattrinato). Chi è Tuma veramente?
Un pirla che si diverte a raccontare il suo modo bislacco di vedere la vita, niente di più e niente di meno.
Sei originario del Salento, quindi ti immagino scrivere canzoni in riva al mare… Scherzi a parte, come nascono le tue canzoni? C’è un momento particolare del giorno in cui sei ispirato?
Ho sempre pensato che il posto in cui ho avuto la fortuna di nascere sia un paradiso per gli artisti. L’ispirazione è sempre dietro l’angolo, la vita scorre lenta ed è fatta di cose semplici. La quotidianità ha un gusto genuino e popolare, e credo che siano questi gli ingredienti che hanno dato vita al mio bisogno di esprimermi artisticamente. Per me comporre ha bisogno di due fasi, una fase “empirica”, in cui vivi intensamente, immagazzini esperienze, dai libero sfogo alle emozioni, e una fase “meditativa”, che è la fase in cui poi nascono concretamente i lavori, in cui lasci fermentare il tuo vissuto, alle volte anche semplicemente stando a pensare, finche non esce una massa informe (il pensiero) che plasmi fino a dare vita all’opera. È così che nascono i miei lavori, da un equilibrio instabile tra le esperienze e la meditazione.
Parlaci della produzione dei tuoi brani, con chi collabori?
Il disco uscirà per Discographia Clandestina, di Carmine Tundo de La Municipàl, la produzione artistica, invece, è di Raf Qu, de Lefrasiincompiutedielena. Devo molto ad entrambi, perché hanno saputo indirizzarmi in un mondo che mi era del tutto nuovo. Ne approfitto per ringraziare il mio ufficio stampa Giulia Perna di Conza e il mio management Alpaca Music (Cristiana e Jacopo). Ho avuto la fortuna di incontrare amici che hanno sposato il progetto e con cui è bello lavorare.
Una canzone sconcia è il brano che in qualche modo segna il passaggio a quello che definirei il Tuma 2.0, come è nata questa canzone e che storia racconta?
Una canzone sconcia è nata da un interrogativo: come mai i trapper, nelle loro canzoni, raccontano di feste in cui rimorchiano un sacco, mentre io l’unica cosa che sono riuscito a portarmi a letto dopo una festa è stata la nausea post sbornia? Allora ho deciso di raccontare la mia triste versione dei fatti.
Invece Mi piacerebbe evitare è una lista di cose che ognuno di noi almeno una volta nella vita avrebbe preferito evitare. Che rapporto hai oggi con i tuoi impegni quotidiani, cioè come gestisci l’ansia di avere tutto sotto controllo?
Non gestisco, mi lascio sopraffare. No, dai, scherzo, ci sono dei periodi in cui l’ansia è una costante e cerco di gestirla in vari modi… Il problema è che non ne ho trovato ancora uno realmente efficace, funziona per qualche ora poi ritorna peggio di prima. È un po’ come accumulare la polvere sotto il tappeto, prima o poi ce ne sarà talmente tanta che ti toccherà cambiare casa.
Lasciamoci con un motto, quello che ogni giorno ti ripeti come un mantra…
Ogni mattino quando mi sveglio mi ripeto: “Alberto, oggi cerca di non fare casini…”. Parto sempre abbastanza bene, purtroppo mi perdo la sera al terzo bicchiere di grappa.