Torre di Fine non è solo una località veneta nel Comune di Eraclea (città metropolitana di Venezia), ma anche e soprattutto è il nome del duo che vi è nato nel 2020. Dopo un lungo ed estenuante turno di lavoro notturno, Marco e Matteo decidono di cominciare a comporre il loro primo album, intitolato Torre di Fine, e di metterci dentro la loro passione per la musica alternativa. Nasce così un album della durata di ventisette minuti, composto da cinque tracce e capace di creare una sua atmosfera molto forte e caratteristica, dai toni scuri, a tratti quasi spettrali, che si alternano però a momenti di sollievo.
Fin da subito è chiaro il carattere e la personalità dei Torre di Fine, tanto che non ci stupisce scoprire che l’album è stato interamente registrato in un vecchio appartamento all’interno di una zona suburbana semidistrutta nel nord est dell’Italia. Nell’album sono fortissime le influenze dello shoegaze, come possiamo notare anche dal richiamo ai drone riff – un esempio su tutti quello della traccia “Second String”.
Si tratta di un album breve, che forse proprio per questa sua caratteristica non è di difficile ascolto, nonostante la notevole ricerca sonora, che lo caratterizza al punto da renderlo un prodotto ricercato e da riascoltare più volte per essere compreso appieno. Le tracce vanno infatti prese con calma, ognuna ha bisogno di essere assaporata con la giusta attenzione. “Fahrenheit”, la traccia di apertura, ci introduce nell’album un po’ come se si trattasse dei primi battiti di un cuore. L’energica calma di questo brano ci fa entrare nell’ambiente “stranamente” accogliente di questo album, caratterizzato da toni abbastanza cupi, freddi e spigolosi. La sensazione è quella di trovarsi all’interno di una caverna dentro la quale echeggiano le note del duo, risentendo dell’eco dovuto all’ambiente. Uno scenario decisamente suggestivo, che il duo riesce a riprodurre egregiamente, trasportandovi l’ascoltatore.
Il brano “Sunflower” è inoltre accompagnato da un videoclip ufficiale, in cui due figure si rincorrono e si muovono sulle cupe note del brano, in un ballo che a tratti sembra quasi essere violento. La sorprendente abilità dei Torre di Fine sta proprio nel coinvolgere l’ascoltatore e portarlo nel loro mondo, a volte quasi spaventoso, ma sempre estremamente suggestivo e coinvolgente.