Li avevamo annunciati e come promesso torniamo ad approfondire. Dalla loro la storia è semplice e inevitabile: si torna in pista e forse per loro non c’è un prima e un dopo pandemia, ma un prima e un dopo Marzio Bianchini, il co-fondatore assieme a Silvio Brambilla venuto a mancare troppo presto. Per loro c’è un dopo e si intitola “L’aria che tira”, uscito anche in una preziosa release fisica in CD per la RadiciMusic Records. E oggi li fermo, tutti: Roberto Miscali (voce), Silvio Brambilla (batteria), Roberto Conti (chitarra), Stefano “Zio” Battaglia (basso) e Andrea “Gallo” Gallinella (chitarra). Li fermo perché al tempo che passa rispondono con un suono incisivo, in bilico tra rock, pop d’autore e new wave… loro rispondono anche a chi dice che Tenco non è rock vista questa tracklist che affida ad un omaggio al cantautore ligure… omaggio e nuova vita, omaggio e nuove forme. Rock per l’appunto…
Che aria tira ragazzi? Questo tempo passato e che rende coscienti che tutto finirà… dunque, in soldoni, in cosa ha cambiato la vita di ogni giorno?
Bobo Vox – Tutto e niente come deve essere. Se tutto fosse positivo forse sarebbe “non emozionale” a mio parere.
Silvio – Beh, ognuno di noi affronta cambiamenti nel corso della vita. Secondo me l’importante è cercare di rimanere ben presenti a sé stessi e trarre insegnamento da ogni situazione, anche musicale. Essere sempre protesi ad imparare cose nuove.
Roberto – È la maturità, bellezza!! (ride) Le nuove consapevolezze, sia musicali che personali, sono la base su cui siamo in grado di captare L’aria che tira. Elaborarla e trasformarla in un vento creativo.
Stefano – Non essendoci una domanda di riserva userei immeritatamente una frase tratta dal Gattopardo di Tommaso di Lampedusa: ” cambiare tutto per non cambiare niente”. il rock è l’unica salvezza è in continua evoluzione rimanendo sempre lo stesso. si è alzato il vento e di molto ma molto il volume. ah ah ah.
Andrea – È un disco piacevole, con brani interessanti, dal sapore indie e alternative rock. Pochi brani, ma con strutture semplici che ti rimangono in testa. importanti. Sicuramente il mondo moderno è pieno di ritmi incalzanti, talvolta si è presi dal proprio lavoro o altri aspetti della vita che non ci fanno apprezzare alcune cose. La musica farà sempre parte delle persone.
Parliamo del singolo. Il gioco di delay l’ho trovato decisamente forte dal punto di vista narrativo. Confonde le carte, disorienta… anche il gioco di spazialità di suoni che sono ondulati… l’ho letta bene?
B – Hai letto il mantra musicale e vocale che abbiamo espresso in questo pezzo come una
costante nella ricerca dell’io.
Sil – Per quanto mi riguarda si. Ma il bello del videoclip è, secondo me, che ognuno ci può leggere quello che più si avvicina al suo sentire. Il testo stesso lascia ampia libertà di interpretazione, pur essendo piuttosto “preciso”!
R – Assolutamente si: era proprio quello che abbiamo cercato..provare a disorientare l’ascoltatore pur utilizzando un giro armonico dalla struttura semplice e ripetitiva, giocando proprio sui suoni e sugli incastri melodici..sono contento che lo hai percepito!
A – Il singolo ha un forte groove dato dalla sezione ritmica pulsante. Le chitarre che aprono la sonorità nel chorus sono fantastiche e la timbrica della voce è perfetta per questo
Ste – Si. L’intenzione era proprio quella di aumentare il senso dell’attesa e dello spazio che occupiamo con il risultato di togliere le certezze dell’ascolto scontato ma solo apparentemente.
Un brano in inglese… e qui molto porta in scena un gusto inglese delle cose. C’è la new wave dei Joy Division per molti aspetti… o sbaglio?
B – Tu hai sentito i Joy Divisione. In un’altra intervista hanno sentito i Pixies. Mentre cercavo la melodia vocale pensavo a Iggy Pop. Il sound è decisamente anglofono senza se e senza ma!
Sil – Eh… Inevitabilmente la musica vissuta sulla propria pelle qualche traccia la lascia! In “We Feel Alive” la scelta dell’inglese è venuta da sola, per la sua musicalità che si adattava bene al pezzo. Detto questo il tuo accostamento non può fare altro che un immenso piacere, grazie!
R – Sicuramente è un brano che occhieggia a quel periodo e a quelle sonorità, lo consideriamo un po’ il nostro brodo di coltura: ci metterei anche Iggy Pop…
Ste – Il rock nasce e cresce nei paesi anglofoni e in Italia solo una bassissima percentuale di produzioni musicali possono essere classificate come rock, anche se come me siamo quasi tutti cresciuti a pane e rock e un bel brano all’inglese di quella particolare epoca ci azzeccava bene.
A – È un brano che rimanda molto alle influenze new vave e ci fa piacere se l’ascoltatore nota qualche analogia con la musica del passato, pur mantenendo originalità.
Ma se vi dicessi che sembra una dimensione questa più equilibrata e più “vostra”?
B – This Is a fucking Song
Sil – Ti direi che è una bella conferma che quello che volevamo trasmettere siamo riusciti a farlo!
R – Ti risponderemmo che è proprio il complimento che ci volevamo sentir dire!!!
Ste – Ti ringrazierei ed anche parecchio. In quel brano ci sono varie influenze che arrivano ad offrire un bouquet sonoro vario con anche una lontana nota quasi prog.
A – Vuol dire che siamo riusciti nel realizzare un disco che ci rappresenta veramente e vi
ringraziamo per questo pensiero.
Un divano bianco. Capelli e… boa di struzzo? C’è del glam oltre al folk rock?
B – C’è una foto di Andrea Bosio; una foto ispirata da una nostra idea. Lasciare vedere attraverso gli oggetti quello che uno vuole indipendente dall’aria che tira.
Sil – Più che glam od altro c’è la voglia di dire : SIATE VOI STESSI, in qualsiasi modo siete! Che si fottano le barriere, di qualsiasi genere!!
R – C’è un mondo con tutte le sue sfumature di grigio, dove il boa e il cappello da mandriano messi accanto su un divano bianco possono essere interpretati ognuno secondo le proprie sensibilità. La nostra immagine comunque non è molto glam…ho provato ad indossare sia il cappello che il boa ma…è meglio lasciar perdere!!! (ride)
Ste – Di sicuro ci sono molte richieste di amicizia da ogni dove…. No, era solo per dire che siamo attuali, e in fondo e aspiriamo alla libertà universale delle espressioni anche più intime.
A – Ci sono stati anche momenti goliardici durante la realizzazione del materiale per il
disco ed è stato giusto cercare di esprimerlo attraverso gli scatti.
Un Ep oggi che significa anche il nuovo disco domani?
B – Per ora siamo molto soddisfatti di questo EP uscito abbastanza velocemente. Stiamo lavorando a nuovi pezzi e chissà che prossimamente…
Sil – Siamo al lavoro su nuovi brani, ma adesso ci piacerebbe poter portare live la nostra musica. Noi siamo pronti!
R – Abbiamo molto materiale sul fuoco: sicuramente la preparazione di un set live, e tante nuove idee…Stay connected!!
Ste – Il domani di qualsiasi autore deve essere pieno di nuovi lavori per cui direi di si! senza fare troppe anticipazioni, stiamo cavalcando l’onda compositiva che spero potremo testare presto anche dal vivo per poi pubblicare presto di nuovo.
A – Stiamo lavorando a nuovi brani, questo EP ha gettato le basi per creare nuova musica e siamo felici di questo primo risultato dal sound frizzante e attuale.