– di Giulia De Giacinto –
Lo scorso 12 giugno, in occasione del primo compleanno della trasmissione radiofonica Giù la maschera, ideata e condotta da Marcello Foa e in onda da lunedì a venerdì su Rai Radio 1, i The Sun si sono esibiti alla fine del talk al Teatro Pime di Milano.
La band è l’evoluzione artistica dei Sun Eats Hours, formatasi nel 1997, ed è composta da Francesco Lorenzi (autore, cantante e chitarrista), Riccardo Rossi (batterista), Matteo Reghelin (bassista, fisarmonicista, armonicista), Gianluca Menegozzo (chitarrista, corista) e dal 2015 da Andrea Cerato (chitarrista solista, corista). Prima ancora di siglare un accordo con una major (la Sony), il gruppo aveva all’attivo quattro album autoprodotti e distribuiti in Europa, Brasile e Giappone ed era supporter di band internazionali di alto calibro come i The Cure, The Offspring, Muse e Deep Purple. I The Sun nascono nel 2009, in seguito ad un personale percorso di fede di Francesco cominciato due anni prima, durante una tournée di oltre cento concerti in dieci stati tra Europa e Giappone, caratterizzata da un certo successo per il gruppo, ma anche da molti eccessi. Una decisione che ha coinvolto la band alla scoperta di un nuovo modo di fare musica, più positivo e profondo, e soprattutto in italiano, nata dalla volontà di dare un significato più vero alla propria vita.
Ho conosciuto i The Sun alla loro prima data del tour 2024. Era aprile, il giorno di Pasquetta, e io mi trovavo ad Andora, in Liguria, in vacanza: curiosa, mi fermai ad ascoltarli. Quello che mi colpì subito fu l’autenticità di quelle anime che erano lì, sotto il palco, per ascoltare quello che avevano e hanno tutt’ora da dire. I The Sun appassionano, perché uniscono alla musica rock la loro formazione ed esperienza personale, con un approccio innovativo. È difficile assistere a un loro concerto senza sentirsi avvolti da un vortice di belle emozioni. Come credente, inoltre, mi sono trovata in forte sintonia con i brani del gruppo, ampiamente ispirati alla loro vita spirituale cristiana e, forse anche per questo, capaci di arrivare davvero in profondità, e non solo a chi ne condivide la fede: ne è prova il pubblico estremamente variegato, appartenente a tutte le fasce d’età, presente al concerto.
I The Sun sono tornati a suonare a Milano davanti a un pubblico di cinquecento persone, per un live con accesso gratuito i cui posti sono andati esauriti in breve tempo. Il concerto è iniziato dopo le dieci. Al suo ingresso, la band vicentina viene accolta con un calorosissimo applauso, il primo di tanti. Il palco si anima di luci, fumo e colori e i The Sun attaccano con La leggenda, brano tratto dal loro secondo lavoro in studio, per poi proseguire con una scaletta che ripercorre la loro carriera attraverso canzoni come Ostinato e controcorrente, nonché sigla di Giù la maschera, brani intimi come Lettera da Gerusalemme, fino alle immancabili Non ho paura e Il mio miglior difetto. Il pubblico segue il gruppo con attenzione e grande trasporto, canta insieme a loro, balla e salta, nonostante i posti a sedere. Di particolare rilievo è stata l’esecuzione di San Salvador, brano suonato dalla band in una versione delicata e suggestiva, che ha visto Matteo Reghelin alla fisarmonica e Gianluca Menegozzo al basso. Tra una canzone e l’altra, i membri del gruppo hanno portato sul palco le proprie testimonianze e speranze, sollevando argomenti delicati, come quello dell’alcool, del sesso e della droga, di cui sono stati vittime in passato, prima di diventare la band che conosciamo oggi.
L’atmosfera era davvero magica: non sono molti gli artisti in grado di creare una situazione come questa durante un live, ma i The Sun sanno scaldarti il cuore con la loro musica e le loro parole. Sulle note di Noi, brano che vuole comunicare il valore dell’amicizia, il gruppo saluta il pubblico, dopo una serata all’insegna delle emozioni e dell’amore. Un concerto bello, vero, autentico, caratterizzato dalla voglia di fare del bene e da una scelta di fare musica accurata e qualitativamente alta. Se state cercando qualcosa di diverso in un panorama musicale dove le canzoni commerciali sono all’ordine del giorno, i The Sun potrebbero essere la scelta giusta per voi; e tranquilli: non sentirete canti di chiesa.