– di Matteo Giacchè –
Dal 24 gennaio è disponibile in CD, LP e su tutte le piattaforme digitali “Fantasmi, Ruggine e Rumore”, il primo lavoro in studio della formazione romana The Old Skull, uscito per la TAK production.
Come suggerisce il gioco di parole nel nome della band, la “old school” del rap si unisce al metal con il suo simbolo più rappresentativo: il teschio. Le voci dei migliori rapper della scena italiana degli ultimi vent’anni sono accompagnate dalle ritmiche heavy offerte da Luca Martino alla batteria, Francesco Persia e Alex Merola alle chitarre ed Emanuele Calvelli al basso. A condire ulteriormente il piatto ci sono gli scratch dei dj più rappresentativi dell’Hip-hop made in Italy, come Dj Craim, Dj Fascut, Dj Snifta e Dj Jag per un lavoro Rapcore in grado di spettinare anche i più avvezzi all’headbanging e di coinvolgere i puristi del rap.
I nomi degli MC coinvolti sono più di quindici, con una gran componente romana nella quale spiccano Danno (Colle der Fomento), Rancore e Lucci, ma anche tanto sud con i napoletani Shaone, Francesco Paura, Speaker Cenzou e il siciliano Nobridge. Completano il quadro i liguri DSA Commando.
L’impressione che si ha ascoltando questo crossover è quella di assistere alle prove generali che potrebbero portare alla realizzazione di un prodotto che vede testi inediti. Per ora, per la maggior parte delle tracce, i vari protagonisti hanno scelto di riadattare vecchi pezzi, molti dei quali già eccellenti, al potente sound della formazione romana.
Spiccano alcuni brani come Novecento (feat. Lucci), Poeti Estinti (feat. Danno, Rancore e Dj Fastcut) e Sangue e Inchiostro (feat. Shaone, Paura e Speaker Chenzou). Lavori già perfetti nella loro forma originale, che in questa nuova veste aggiungono all’energia delle loro rime la potenza delle sonorità rock.
Per altre tracce, invece, come Strozzapreti alla Romana, il nuovo sound sembra rendere meno giustizia. Sicuramente da sottolineare le ottime performance di Suarez e Chef Ragoo, che reinterpretano il brano con voci più graffianti e una rabbia che si sposa perfettamente al progetto. Se alla ricetta si aggiunge Danno, che dove lo metti sta bene, il prodotto finale è certamente di alta qualità. Tuttavia, a rendere perfetto il lavoro nella sua versione originale era il tono scanzonato e irrisorio che, comunque, una componente rabbiosa la lasciava trasparire.
Meritano una menzione speciale anche la prestazione dello stesso Danno nell’opening track Vecchio Teschio, che dispensa rime per quasi cinque minuti con la naturalezza di chi fa Rapcore da una vita, ma anche gli intermezzi The Bench (Dj Fastcut) e Gevecht (Dj Snifta e Dj Jag) che restituiscono un po’ di tradizione agli amanti del rap.
Nel complesso, un buon disco nel quale, ancora una volta, si dà prova di quanto il rock e il rap riescano a coesistere portando a risultati sempre interessanti. Un genere, questo, che sebbene non abbia mai conosciuto un grande successo in Italia, ha sempre avuto una fanbase consistente all’estero grazie a gruppi come Rage Against the Machine, Linkin Park, Run DMC e tanti altri. L’auspicio è che il lavoro non rimanga un esperimento fine a sé stesso, perché dopo questo assaggio cresce sempre di più la voglia di ascoltare altri lavori inediti.
Nel frattempo su il volume e preparatevi a ricevere una buona dose di “metallo in vena”.