Farà bene a tutto l’hard rock l’energia sprigionata nell’esordio dei The GigaHertz. La giovane band, con sede a Verona ma con vocazione internazionale, inizia con il piede giusto. “Queen of Blow” infatti è un concentrato di rock ben fatto e si toglie anche il lusso di essere significativo dal punto di vista testuale. Niente male, visto che il genere raramente è stato interessante sotto il profilo lirico. Se le tematiche dei testi mantengono le tipicità del rock, tramano anche un messaggio importante, specie per coetanei dei membri della band (tutti sui 20 anni).
L’idea ed il tema portante dell’album è costituito da alcune bambole gonfiabili, che la band porta con sé e che sono diventate il loro principale segno distintivo. Così facendo i The GigaHertz vogliono rappresentare il decadimento dei valori che riduce sempre più i rapporti tra le persone a relazioni di plastica, in cui gli individui agiscono come degli automi e sono governati dai propri smartphone, anziché dai sentimenti. Insomma, questioni antitetiche al sentire comune dei più giovani. Sembra quasi, scusate il parallelismo, come se i ragazzi abbiano percepito l’arrivo del periodo terribile che stiamo vivendo, in cui il Coronavirus ha costretto tutti a casa, lontani gli uni dagli altri.
Una considerazione da brividi, mi rendo conto. Come da brividi è “A Shotgun Blast”, brano in cui i giovinotti frenano per la prima volta dopo le prime due tracce, tirate e fresche. Qui si nota la capacità di donare dinamiche alle proprie composizione da parte dei ragazzi, che dimostrano una sensibilità non da tutti. E donano così ulteriore spinta alla successiva “Smithers and Fighters”, con un riffing bello, anche stoppato, e un solo efficace e molto veloce. Uno dei tanti momenti in cui esce la capacità tecnica del quintetto. Che non usa mai questa bravura per farsi bello, bensì per costruire killer tracks.
E’ il caso del singolo omonimo, con un sound tendente all’heavy metal ma mai troppo pesante. Ma anche di “Rock and Love Night” in cui i ragazzi riescono ad unire la fisicità e l’adrenalina tipiche della gioventù con la voglia di emozionare. Una ballad atipica, e molto bella. Non mancano pezzi più rock’n’roll come “Jam Session Road”, in grado di far ballare anche chi non è particolarmente avvezzo al rock.
E probabilmente la forza vera dei The GigaHertz è proprio questa: rivolgersi ad una vasta platea, e non solo ad una nicchia. Ammesso, e non concesso, che ci siano orecchie disposti ad ascoltarli. Ma, credetemi, sarebbe un peccato diversamente. Quando li trovi cinque ventenni che riescono a suonare musica immortale in modo così fresco?!
Il tempo è dalla loro, ma voi ascoltateli ora!