– di Simone Spitoni –
Jazz, hip-hop, tocchi di reggae/dub, rock, funk e sonorità da new-wave elettronica con contorni oscuri, non troppo lontane da certi lavori dei Talk Talk della seconda metà degli anni Ottanta.
Parrebbe un mix d’altri tempi, quando nella musica si osava rischiare e non annullarsi per inseguire i click di un pubblico sempre meno interessato ai contenuti.
Invece no, è storia d’adesso ed è il nuovo album degli Studio Murena (che abbiamo intervistato qui), ensemble milanese nato nel 2018 che debuttò con l’album omonimo nel 2021 e che ora si misura con la dura prova di un secondo album intitolato “WadiruM”.
A prima vista, anzi, a primo ascolto è difficile pensare ad un album italiano contemporaneo che possa suonare “così”: jazz da conservatorio e hip-hop? Elettronica? Contaminazioni wave e funk? Sembrerebbe roba da Inghilterra anni Novanta e invece è del 2023: fa piacere sapere che nonostante si viva nel peggior tempo possibile possano venire alla luce progetti di questo tipo.
Come è giusto celebrare lavori così, è doveroso anche citare precursori di progetti di questo tipo nel nostro Paese come Almamegretta e/o i Blindosbarra: ecco, qui magari c’è meno impegno politico e più “giovanilismi” (chiamiamoli in questo modo) che nei lavori degli artisti che ho citato, ma non conviene far troppo gli snob e, anzi, bisognerebbe assolutamente “ascoltare senza pregiudizi” per citare la buonanima di George Michael per accorgersi della bontà di questo prodotto.
Ho scelto di parlare di “non-luoghi” poiché l’ascolto di “WadiruM” è effettivamente un vagare per non-luoghi influenzato (impossibile evitarlo, d’altronde) dal trauma della pandemia di Covid 19, dove l’impossibilità di muoversi fa nascere viaggi mentali più o meno belli, chiari e confusi; ma c’è anche l’atmosfera di Milano e dei suoi navigli in questo album, fino ad arrivare alle contaminazioni sonore di New York e Londra che tanto hanno insegnato a generazioni di musicisti in tutto il mondo.
Per chi si è stancato dei “soliti suoni”, “WadiruM” potrà essere un piacevole quanto curioso viaggio sonoro in un mondo contaminato, a volte contraddittorio, certamente difficile, ma sicuramente mai banale o scontato.