Gli Spiral69 battezzano a Roma il loro nuovo disco Second Chance durante la serata di METAMØRFOSI ALTERNATIVE CLUB, un appuntamento fisso per tutti gli amanti dei dj set che spaziano dalla Darkwave tradizionale anni ’80 fino alla più recente scena industrial ed elettronica.
Second Chance, l’ultima fatica della band, la quale più volte ha cambiato formazione e sonorità, è un album molto più introspettivo e complesso, che si distanzia dal resto della loro produzione artistica. Niente di eccessivamente innovativo, si intenda, ma porta indubbiamente una ventata di aria fresca al sound della band aggiungendo brani interessanti e occasionalmente struggenti. La paura che questo nuovo arrivato potesse rallentare o affievolire il lato più rumoroso e aggressivo della band si è rivelata fortunatamente infondata.
Riccardo Sabetti, mente e per lungo tempo anche unico artista dietro il progetto, e il resto della band hanno saggiamente proposto il nuovo album in linea con il resto dei lavori, suonando in chiave diversa i nuovi brani e uniformandoli ad un unico suono senza snaturarne la sostanza.
L’orario di inizio è piuttosto infelice. La band inizia per mezzanotte, anticipata da un dj set di apertura diviso nelle due sale del locale. Tra le due console non sembra esserci molta differenza, giusto forse brani più recenti e pesanti nella sala due e meno alternati con pietre miliari quali The Cure e Siouxsie and the Banshees come nella prima. Funzionali a riscaldare la sala prima che gli Spiral69 salino sul palco.
Tutto sembra filare liscio per la band che, a parte per l’acustica del locale pari a quella di una scatola dei biscotti, non sembra avere problemi tecnici che incidano veramente sull’esecuzione della scaletta. Scaletta per altro ben ragionata, visto che si rivela molto omogenea tra vecchi e nuovi brani. Del nuovo album in questa rivisitazione live spiccano Ritual ma soprattutto Colors and Grey che nelle nuove vesti prende una forma notevole e molto più emotiva della versione in studio.
A seguito dell’ultimo brano, un tributo agli anni ’80 e forse uno dei migliori della serata, i nostri abbandonano il palco lasciando che comincino le danze notturne del METAMØRFOSI. Una buona esibizione, che dimostra grande capacità da parte del gruppo soprattutto nel saper sfruttare il materiale a propria disposizione senza limitarsi a riprodurlo dal vivo.
Davide Cuccurugnani