• di Riccardo De Stefano
C’era la scena romana
Vi ricordate quando qualche tempo fa si parlava di #scenaromana, e sembrava che finalmente Roma fosse tornata centrale con le sue proposte? Bene, questo ricordo è tutto quello che vi rimarrà per tanto tempo.
Ovviamente se aprite le radio praticamente tutte le proposte “nuove” che sentite e sentirete sono romane o vengono dal circuito romano: Carl Brave, Franco126, Gazzelle, Thegiornalisti, Maneskin, CLAVDIO etc. etc.
Ma praticamente nessuno di questi vive o opera ancora su Roma, essendosi spostati tutti giù al Nord, perlopiù nel capoluogo lombardo.
Ultima realtà che ha deciso di spostarsi a Milano è proprio Spaghetti Unplugged, l’happening romano – che più romano non si può – che è riuscito a creare davvero una vera “scena romana” intorno a sé, unica serata e format che non conosce ostacoli né problemi di pubblico o contenuti. Bene, anche loro questa domenica 3 febbraio sbarcheranno a Milano, all’Apollo (e, tocca dirlo, noi di ExitWell saremo presenti) presentando il loro format nel nuovo centro musicale italiano.
Perché stanno andando tutti a Milano?
Perché Roma è morta. O morente. Non è necessario ricordare le recenti tragedie capitoline, dove i quartieri della movida sono più conosciuti per le violenze, le rapine e perfino le morti che per l’impianto culturale che li tiene in vita. Si potrebbe parlare della reazione cieca e senza senso delle istituzioni romane che hanno preferito colpire indiscriminatamente tutti i locali romani, costringendoli a volte anche alla chiusura. A volte andando a stanare magagne e a svelare giri di soldi loschi, altre volte, come nel caos de Le Mura, andando a danneggiare piccole ma importantissime realtà culturali la cui unica colpa è quella di non poter sottostare alla rigida burocrazia scorsoia che impedisce la sussistenza dei locali.
Poi dall’altro lato c’è Milano, che negli ultimi anni, nonostante la propaganda avversa, sembra essere davvero rinata: più bella ed efficiente che mai, si conferma come il luogo prediletto dei brand e dei marchi, quindi del mercato che fa girare i soldi veri. E la musica, prima di essere cultura, si dimostra essere industria – nel bene e nel male. Vi sfido: andate da qualsiasi operatore della musica abitante a Roma e chiedetegli se ha intenzione di spostarsi, o se lo farebbe qualora potesse. Ormai è una costante.
Preparatevi, dunque, voi romani, perché state tornando ad essere considerati la Serie B della scena musicale, il secondo approdo di tutti gli artisti che prima passeranno di lì, e poi, forse, arriveranno giù al sud.
L’aspetto buffo della notizia? Che gli ospiti di Spaghetti sono tutti prevalentemente romani/d’ambiente romano: Stag, Kutso, Scarda (con le eccezioni di Biro e l’eterno Tricarico). Quella che si dice “colonizzazione culturale”, no?
Aiutateci a casa nostra.