Si intitola “La Scatola del Male” il primo full lenght album dei Siranda ed è un concentrato di rock, duro e puro, miscelato a testi di denuncia sociale. Esempio emblematico è “La Scatola”, la canzone che riprende il titolo dell’album, una lucida invettiva sulle influenze negative dell’elettrodomestico onnipresente nelle nostre case che, quotidianamente, avvelena la nostra realtà con i suoi falsi miti. La musica suonata dai Siranda si fonde alle parole assecondando i contenuti e le tematiche in un reciproco e costante influenzarsi. Quando i testi si fanno più duri e accusatori gli strumenti aumentano di intensità diventando più aggressivi e viceversa manipolando, in questo modo, con una certa esperienza, il livello di tensione ed espressione emotiva nel corso dei nove brani che compongono l’album.
La struttura musicale del disco si compone di una coriacea sessione ritmica in cui basso e batteria martellano senza sosta e sostengono delle chitarre sempre in movimento e padrone della scena tra riff corposi e viscerali e assoli psichedelici; come nel brano di apertura dell’album “Il Tuo Veleno” in cui i Siranda dimostrano di sapersi esprimere bene anche attraverso un testo meno “politico” e più “romantico”. L’anima hard rock dei sei musicisti siciliani emerge fiammante nel brano “Calle California” più scanzonato nelle tematiche dei suoi precedenti e con l’attitudine classica da bandana in testa e occhiali da sole. Ottimo anche il sipario più tipicamente blues de “Il Silenzio Blu”, unica canzone interamente strumentale in cui si lascia grande espressione alle tastiere.
“La Scatola del Male” è un primo album stilisticamente variegato e tecnicamente ineccepibile con una sua solida e matura identità. Le chitarre e la sessione ritmica in costante interazione con la voce svolgono un ottimo lavoro nella struttura dei brani. Nel complesso è un ascolto energico e potente senza cali di tensione o abbassamenti di guardia, imperdibile per gli amanti del genere. I Siranda hanno qualcosa da dire e sanno come dirlo. Un esordio ben riuscito che fa sperare sul futuro di questa band.
Gianluca Grasselli