Si conclude con Scusami però il calendario delle uscite di primavera/estate del giovane trapper ligure Sio Suave. Il classe ’96, dopo la pubblicazione dell’EP Atlantide e di Squali, propone il singolo Scusami però, che rappresenta per lui anche il primo videoclip della carriera prodotto assieme a Jaze.
Tutt’altra musica e genere rispetto ai predecessori suoi conterranei che hanno scritto la storia della canzone italiana, ma come si dice spesso in questi casi, non sempre diverso significa peggiore.
Lo abbiamo incontrato per discutere del suo rapporto col passato storico legato alla musica ligure e al suo futuro, ma anche della sua fame e di altro ancora.
Il 10 agosto è uscito il tuo nuovo singolo Scusami però, che segue l’EP Atlantide. Quali differenze ci sono fra i due lavori?
Diciamo che tra i due lavori il modus operandi è stato lo stesso, anche perché la traccia è stata realizzata nelle stesse sessioni in cui abbiamo realizzato l’EP, di cui inizialmente doveva fare parte, però successivamente abbiamo deciso di farla uscire come singolo estivo perchè si prestava molto come tipo di sound, anche se non era quella l’intenzione… L’unica differenza è che per questa traccia in particolare ci siamo lasciati trasportare solo dalla musica, senza badare a tendenze e mode del momento, solo musica.
Vieni dalla Liguria, una terra con una storia musicale importante. Qual è il rapporto con questo territorio?
Io sono molto legato alla mia terra, poi sai, la Liguria proprio come conformazione è molto particolare, anche le città più grosse funzionano un po’ come un grande paese e in un attimo arrivi dal mare alla montagna e viceversa. C’è da dire, però, che noi liguri siamo abbastanza gelosi del nostro mare e della nostra “cultura”. Una cosa che mi piace di qua è che non si bada alle apparenze, qua la gente è come la vedi e a nessuno frega un cazzo di Gucci o Fendi, se sei una persona di poco valore rimani tale anche con marche e soldi.
E la storia della canzone che ha attraversato la costiera ligure la avverti più come un peso o più come una fonte di influenza?
Diciamo che la tradizione del cantautorato e delle canzoni di De Andrè o Lauzi, piuttosto che altri, la vedo come un’ispirazione, più che altro nell’approccio alla scrittura. Certe canzoni hanno dei versi che sono come fotografie o immagini che ti aprono davvero dei mondi, questo spero di portarlo anche io, alla mia maniera.
Come si concilia la trap che proponi con il cantautorato classico della tua terra?
Se devo essere sincero io non cerco un punto comune tra le due cose, forse appunto nella scrittura e nel modo di dire determinate cose, però penso che sia una cosa più nascosta: io comunque noto che tutti gli artisti che sono usciti da Genova e dalla Liguria in generale hanno tutti un qualcosa che accomuna e che riporta ai cantautori, ma non saprei dirti di preciso cosa.
Parlami della collaborazione con il produttore pugliese Jaze.
Io e Marco (Jaze) ci conosciamo da forse poco meno di due anni, ma è una persona che mi ha ispirato subito fiducia e che da subito ha creduto nelle mie capacità, più di quanto ci credessi io, francamente. Adesso con il lockdown e la stagione sono un po’ di mesi che non ci vediamo per fare musica, ma appena avremo la possibilità ci chiuderemo di nuovo in studio per fare musica e regalarci emozioni, cercando sempre di migliorarci, ovviamente.
In Scusami però dici che la tua fame è diversa. Di cosa senti di aver fame? Pensi che sia un sentimento condiviso con gli altri autori della tua generazione?
La mia fame è diversa perché banalmente io non penso ai soldi facili, alle fighe del momento e ai macchinoni, la mia è una fame di arricchimento personale tramite una forma d’arte che è la musica. Poi se dovessi farci dei soldi ben vengano, ma non è quella la fame che ho. Io punto a realizzarmi come persona e a poter fare della mia vita quello che credo sia meglio per me, e sono consapevole che il percorso è ancora lungo e faticoso. Questo spero che valga anche per gli altri giovani artisti, al di la del ricavato che poi uno può ricavare o meno.
Quali saranno i tuoi prossimi passi?
Il prossimo passo è sicuramente quello di sviluppare un mio sound e un mio modo di comunicare, qualcosa che mi distingua dal resto, una mia corsia diciamo. Con i primi pezzi abbiamo voluto sperimentare sia io che Jaze, anche per vedere se effettivamente riuscivamo a fare determinate cose senza risultare forzati. Diciamo che fino adesso sono andato con un passo leggero, ora ho intenzione di alzare il mio livello sia come melodie che come efficacia nelle rime e nei beat; io sono anche un produttore e mi piacerebbe far vedere anche quel mio lato e portare il mio gusto personale.