– di Roberta Matticola –
Dopo l’esordio sul palco di Sanremo 2023 con Cause perse e il singolo estivo Un mare di lacrime, torna Sethu con questa è la fine, il nuovo singolo che anticipa l’uscita del suo primo album tutti i colori del buio il 17 maggio per Carosello Records: ad affiancarlo c’è Jiz, suo fratello gemello ed inseparabile compagno di produzione. Il brano è uscito in tandem con tutti i colori del buio (outro), ultima traccia dell’album che racchiude un dialogo tra i due gemelli in cui Sethu racconta anche del suo cambiamento.
Il suono di un organo ed un’atmosfera cupa e buia: dalle prime note di questo pezzo potremo semplicemente aver voglia di cambiare canzone interrompendo bruscamente l’ascolto: l’inizio di questa è la fine infatti, somiglia a un requiem trasmettendo già un’ipotesi sul tema trattato. Un’atmosfera a tratti angosciante che si risolve dopo pochi secondi, non appena inizia il tema principale del brano che, da uno spettro di accordi minori (nello specifico un si minore), accoglie la limpidezza di una melodia in maggiore: si smaschera così la vera identità di Sethu o, per lo meno, quella che vuole presentare al pubblico: cupo esteriormente ma che sa smorzare il suo lato tenebroso con ironia.
Marco De Lauri (vero nome del cantante) nella sua produzione ha più volte “giocato” sulla morte ed i simboli ad essa collegati, stigmatizzandoli e trasformandoli in metafore di disagio: un’opzione che non stupisce alla luce del fatto che, il cantante, si è spesso fronteggiato con momenti molto difficili che l’hanno indotto ad affrontare un percorso di terapia. Esorcizzando il proprio malessere attraverso la musica, Sethu ha così trovato l’ispirazione per scrivere il suo disco tutti i colori del buio. Non c’è nulla da dire quindi se non che De Lauri è assolutamente figlio della sua generazione e questo brano lo dimostra: una generazione fragile ed insicura, che si confronta costantemente con la paura di non essere mai all’altezza, di non riuscire nei propri obiettivi, di deludere le aspettative degli altri.
Queste infatti, sono anche le tematiche che si condensano nei due minuti e mezzo di una canzone allegra e con sfumature ironiche che ne nascondendono il lato più oscuro. Si fa riferimento infatti non solo al fantomatico Club 27 – ovverosia a quegli artisti morti a ventisette anni, come Amy Winehouse, Janis Joplin, Jim Morrison, Kurt Cobain e altri – nella frase «I miei amici sono morti tutti alla mia età» (ventisette anni, appunto!), ma anche a tutte quelle cose che mettono pressione alle nuove generazioni, e non solo). Queste le parole del comunicato stampa che spiegano il brano: «questa è la fine è una fotografia del mondo contemporaneo attraverso gli occhi di Sethu, ossia quelli di un ragazzo che sta cercando di concretizzare il suo sogno, ma che nel farlo si imbatte inevitabilmente tra precariato, ecoansia, negazionismo, paura per il futuro e guerre, cadendo nella disillusione che questo mondo non ti conceda più di avere dei sogni».
Come una Giovanna d’Arco del 2000, Sethu nel visual del singolo si presenta vicino ad un palo di legno, circondato da rami secchi e pronto a darsi fuoco: un eretico contemporaneo che sdogana i luoghi comuni legati alle nuove generazioni, parlandone con schiettezza e sincerità. Mette al primo posto il suo stesso disagio e diventa “paladino” della Gen Z, un punto di riferimento ed un’icona per tutti quelli che si sentono persi, al punto di urlare (letteralmente) il suo malessere all’Ariston, portando il pop punk sul prestigioso palco della kermesse ligure.
L’unica pecca di questa è la fine è forse “l’estrema” modulazione della voce con l’autotune [gusti personali, nda] che risulta artificiosa in alcuni passaggi ma Marco, se può esserti d’incoraggiamento, non sei né una causa persa né alla fine: sei all’inizio del tuo successo e ci vai bene così.