È uscito venerdì 18 novembre 2021 in distribuzione Believe “Seta”, il nuovo singolo di Forse Danzica. Un nuovo capitolo elettropop dalle venature post-punk che affronta il tema della dipendenza affettiva: un nuovo brano dedicato a tutti quelli che amano ballare sulle canzoni tristi e che conferma il progetto Forse Danzica tra i più interessanti della scena underground.
L’artista ha dichiarato: «È un pezzo che ho scritto in un periodo in cui mi sentivo emotivamente dipendente da alcune persone che per motivi differenti erano inevitabilmente distanti da me, e quindi c’è dietro l’idea della ricerca di una distruzione interiore, di qualcosa che più fa male, più è indispensabile e totalizzante, di un’indagine del dolore ad ogni costo, che porta a sospendere ogni altra azione e rinunciare a ogni altro interesse per esiliarsi in un letto. Abbiamo cercato di rendere questa idea attraverso atmosfere rarefatte e malinconiche, ma anche di restituire l’idea di una doppia faccia, come la luna, attraverso il drop centrale, momento di sfogo isolato e estemporaneo, che sembra condurre a qualcosa di diverso ma che invece finisce per esaurirsi in se stesso per ritornare a malinconia e rassegnazione».
Gli abbiamo fatto qualche domanda.
Ci racconti quel viaggio a Danzica che ha dato inizio a tutto?
Era un viaggio tranquillo, con alcuni amici, abbiamo fatto una settimana in giro per la Polonia perché alcuni volevano andare al mare e io li ho ingannati con le foto delle spiagge del Baltico. In realtà faceva freddissimo, però alla fine la Polonia aveva convinto tutti. Semplicemente, durante uno di quei giorni, siccome c’era un pianoforte in una delle stanze in cui avevamo dormito, avevo fatto sentire a Marco le bozze di alcuni pezzi che poi sono diventati le prime due pubblicazioni di Forse Danzica, e abbiamo deciso che al ritorno ci avremmo lavorato insieme.
Qual è il filo conduttore che unisce tutti i tuoi brani?
Io credo che il solo filo conduttore sia che i brani sono miei e quindi rispondono delle mie esperienze di ascolto. In generale fino ad ora mi è piaciuta molto l’idea di provare a decontestualizzare la musica da club, inserendola in situazioni introspettive, dolorose e romantiche e mettendola in dialogo con altri linguaggi, come possono essere la canzone d’autore, il post punk o ultimamente alcune derive del R&B, ma sono disposto davvero ad ascoltare qualsiasi stimolo mi interessi.
Cosa ti porti dietro della letteratura romantica? In che modo ti fai influenzare anche da altre arti che non siano la musica?
Nella vita studio letteratura, e avevo deciso di farlo innanzitutto perché volevo scoprire i segreti dell’officina, quali componenti preparatorie e razionali costituissero le impalcature di opere che invece, per il tipo di esito che hanno avuto, vengono spesso anche giustamente descritte come dionisiache, estrose, spontanee, emotive eccetera eccetera. Le altre arti mi influenzano soprattutto a livello di approccio, di metodo. Mi piace davvero tanto l’idea del bozzetto preparatorio, dello studio e dell’esistenza di una “scienza” delle espressioni emotive. Ho l’impressione che le grandi innovazioni siano innanzitutto strutturali, e quindi mi interessa conoscere il rapporto che ogni artista ha con la struttura delle opere che propone.
Hai delle influenze musicali? Cosa stai ascoltando in questo periodo?
Il mondo che mi porto dietro da più tempo è quello della new wave e del post punk: a diciassette anni mi avevano regalato delle stampe di Cure e Joy Division e quelle le ho ancora in camera, anche se i miei preferiti in assoluto credo siano gli Smiths. In questo momento sono abbastanza coinvolto dal nuovo album di Loraine James e sto ascoltando spesso “KiCk i” di Arca. Poi mi è un po’ tornata la crush per Rosa Chemical, e sotto Natale sicuramente avrò il periodo Pogues perché sono una persona prevedibile.
Cosa volevi comunicare con il tuo ultimo singolo “Seta”?
Volevo dire che le dipendenze emotive sono esperienze complesse che in alcuni casi possono dare vita a un equilibrio che comunque merita di essere capito, volevo dire che mi mancava una persona che era appena partita per la Francia e che mi sentivo un po’ solo, anche se volevo smettere di sentirmi solo.
Prossime uscite in programma?
Un po’, da qui a marzo succederanno cose.