– di Martina Zaralli.
Foto di Elisabetta Madau –
Iniziata con il brano Sofia, la carriera artistica del cantautore romano Scrima prosegue con Fare Schifo, album d’esordio pubblicato lo scorso 17 gennaio per Hokuto Empire. Il disco, anticipato dai singoli Lei, Come quella sera e Meno male, raccoglie nove tracce che, tra suoni acustici ed elettronici, uniscono l’indie pop ai richiami tipici degli anni ’70 e ’80. Abbiamo incontrato Federico Scrima: ecco cosa ci ha raccontato sulla sua musica.
Il 17 gennaio scorso è uscito il tuo disco d’esordio: Fare Schifo. Ci racconti come nasce l’album e il fil rouge che lega le nove canzoni che lo compongono?
L’album nasce in un momento di mia sofferenza in cui non potevo fare altro che scrivere. Non scrivo mai a caso. Ci deve sempre essere un motivo importante dietro che mi spinge a farlo. Le nove canzoni infatti, in particolare le prime sei, sono collegate tra loro dalla stessa protagonista. Tutte. Non riuscivo a pensare ad altro.
Nelle prime sei tracce quindi è centrale il tema dell’amore verso una donna, poi viri verso altre narrazioni…
Sì, gli ultimi tre brani sono un po’ separati dal resto del disco, perché sono stati scritti in altre situazioni, una mentre ero a Milano. Le altre due invece raccontano di altri momenti e accaduti da me vissuti in prima persona.
Nell’album troviamo rimandi agli anni ’70 e ’80. Chi e quali sono i tuoi riferimenti musicali?
Sicuramente Lucio Battisti. Per me è stato fondamentale e credo che la sua influenza si senta molto nel mio sound. Poi Lucio Dalla che a livello di melodie mi dà davvero tanto.
Hanno partecipato alla scrittura del disco anche Riccardo Zanotti (Pinguini Tattici Nucleari) per il brano Zanetti e Mameli per Come quella sera. Come è nata la vostra collaborazione?
È nata per pure caso. Più che altro per divertimento. Non voleva essere una collaborazione in sé e per sé. Ci siamo conosciuti, sia con Riccardo che con Mario, per una serie di casualità e ci eravamo ripromessi di scrivere qualcosa insieme che poi sono diventati questi due brani.
C’è una canzone del disco a cui sei più legato? E se sì, perché?
“Lei” è la canzone a cui tengo di più. È un brano che sento molto mio è che sicuramente sarà quello su cui verterò, a livello di sound, al mio secondo disco.
La prima data del tour ti ha visto sul palco romano di Largo Venue: sei soddisfatto di come ha risposto la tua città?
Moltissimo. Ho fatto quasi 400 persone nella mia città. È stato bellissimo. Dopo anni di duro lavoro vedere che la tua città ti ripaga così, non ha prezzo. Emozione unica.
Cosa vuol dire per te Fare Schifo?
Fare schifo è quel momento in cui, per quanto stai male, non riesci nemmeno più ad alzarti dal letto. Non hai voglia di fare nulla né di vedere nessuno. Mi è capitato e la musica mi ha salvato.