LOREDANA BERTE – PAZZA
Performance decisamente discutibile, ma brano totalmente in character, dal bel tiro ed efficace sotto tutti gli altri punti di vista. Se l’avesse cantato 30 o 40 anni fa sarebbe stato una mina totale.Decisamente il brano migliore portato da lei almeno da tre o quattro partecipazioni. Andrà benissimo e prevedo almeno una top 5 finale. Nel contesto di Sanremo decisamente sopra la media. SI
GEOLIER – I ‘ ME, TU P’ TE
L’inevitabile dazio da pagare nei confronti della napoletanità quest’anno si incarna in Geolier, altro rapper convertitosi al pop, stile Lazza con la sua “Cenere”, solo in versione partenopea (che poi sarà davvero in lingua oppure no?). Il brano è derivativo e smaliziato nel tentativo di piacere ai giovani e ai loro fratelli maggiori: andrà presumibilmente bene, ma non dovrebbe. MAH
ALESSANDRA AMOROSO – FINO A QUI
“Fino a qui” è scritto proprio a tavolino, mettendo tutti gli elementi necessari affinché possa servire la sua interprete. Brano dignitoso, cantato enfaticamente come prevedibile, se ChatGPT realizzasse canzoni, oggi me le immaginerei esattamente fatte in questo modo. Detto ciò, a qualcuno piacerà, e anche molto. A me va bene così perché c’è stato (e ci sarà) di peggio. OK
THE KOLORS – UN RAGAZZO UNA RAGAZZA
Squadra che vince non si cambia, quindi perché rischiare di bruciare quanto di buono fatto con “Italo Disco”? “Un ragazzo una ragazza” è un puro cash-in, difficile sbagliare se si fa una cosa così sul sicuro. Suona bene, fresh, uptempo, sputtanato ma non imbarazzante. loro sono credibili, il che non era scontato dopo essere spariti per molto tempo: evidentemente qualcosa da dire lo avranno, se riescono a tornare rilevanti. SI
ANGELINA MANGO – LA NOIA
Nella gara con Annalisa su chi può presentarsi come nuova popstar italiana, qui vince a mani basse Angelina Mango, portando un brano uptempo, come quasi tutti quelli in gara quest’anno, con una certa verve partenopea (benché non sia napoletana, però stiamo là). Una sorta di Elodie senza la cafonaggine romana, ma con lo spirito campano/lucano nel sangue, che del padre mantiene poco – per fortuna, almeno così possiamo vedere chi è lei – e nel complesso è uno dei brani più godibili del pop da cassa in 4 della serata. SI
IL VOLO – CAPOLAVORO
Ci vuole coraggio e una bella faccia tosta per portare un brano con un titolo così, che davvero io non so che gli dica il cervello alla gente. Il Volo porta sé stesso nell’unico modo plausibile: emulare il bel canto e portare questa super enfasi espressiva di nuovo, nella stessa maniera a cui siamo abituati da tempo. Certo, si confonde il songwriting con la performance e/o l’arrangiamento: il brano è scritto davvero col pilota automatico, arrangiato per distrarci sulle lacune compositive. Non un “Capolavoro”, manco per sbaglio, ma comunque ce lo accolliamo stavolta. OK
BIG MAMA – LA RABBIA NON TI BASTA
Nonostante il forte elodismo nell’aria, Big Mama se la cava bene, con una buona performance e con un brano sufficiente, da mezza classifica senza infamia e senza lode. Se lo porta a casa bene e il messaggio positivo, inevitabile, è decente. OK
RICCHI E POVERI – MA NON TUTTA LA VITA
Rimasti in due, il ricco e la povera ci provano a ringiovanirsi, ma tutto crolla rapidamente. Pare di vedere i vecchi zii al karaoke, quando nelle calde notti d’estate, dopo aver bevuto un po’ troppo vino rosso, qualcuno ha la sciagurata idea di cantare tutti assieme appassionatamente. La verità è che se questo brano lo avesse tirato fuori Annalisa, ci sareste andati tutti in fissa, invece lo fanno loro e quindi grandi lollate, si snoffa duro e via dicendo. Forse la performance è davvero importante, chissà. NO
EMMA – APNEA
“Apnea” sembra chiamato così dato quanto serratamente lo canta Emma. Continua la wave disco, e un brano così poteva cantarlo tranquillamente Annalisa (o qualche altra cantante senza cognome). Ma diciamoci la verità: è forse il brano migliore che ha portato Emma nelle sue apparizioni Sanremesi: la performance è finalmente bilanciata, lei canta bene senza strafare, il brano le si appoggia addosso facilmente e in questo brano super piacione gli ingredienti sono tutti giusti. Una delle cose migliori della serata, e per quanto detesti dirlo, lei è brava. SI
RENGA NEK – PAZZO DI TE
Il duo, rimasto orfano da Max Pezzali che è tornato a fare numeri importanti, porta la versione più frivola e triviale di sé. Non c’è niente che accomuni loro due, che si accontentano di fare un pezzo anonimo e sorvolabile, che non è neanche offensivo, cosa che perlomeno lo renderebbe “diverso”. Altra canzone facile facile, resa odiosa dai siparietti finali per aumentare i punti per quella perversione odiosa chiamata FantaSanremo. MAH