Il nuovo Sanremo 2024 è arrivato, come promesso. L’ultimo Sanremo di Amadeus (pare) si presenta con due notizie sconvolgenti: 30 artisti e tutti che si esibiranno nel primo giorno. Un overkill di musica sanremese difficile da mandare giù tutta insieme. Eppure, eccoci qui.
Nel Sanremo che forse ha il maggior numero di vincitori passati a competere nello stesso momento, non si può che evidenziare un trend evidente: il numero degli autori è sceso drasticamente, riverberando quel trend di una decina abbondante di anni fa quando praticamente le scriveva solo Kekko dei Modà in pratica; il mondo discografico si è buttato come non mai dentro il mappazzone sanremese nel tentativo di spingere forte sugli stream e sulla cassa dritta, provando a tirare fuori il tormentone e/o il pezzo giusto per l’Eurovision. Abbastanza spudorato come tentativo di monetizzare.
Ma veniamo alle pagelle dei brani in gara.
Ovviamente, come sempre:
SI TRATTA DI GIUDIZI PERSONALI, CHE SI RIFANNO ALLA NATURA SANREMESE DELLA CANZONE E DELL’ESIBIZIONE, SENZA ALCUN INTENTO OFFENSIVO O CELEBRATIVO.
Quindi stiamo tutti calmi, per favore, se non concordiamo con qualcosa qui scritto.
CLARA – DIAMANTI GREZZI
Vincitrice Sanremo Giovani, attrice di “Mare Fuori”: impossibile non portarla a Sanremo come una perla rara, anzi un “diamante grezzo” da scoprire. Vabbè. Lei è bellissima, ma in tempi di patriarcato da decostruire rimuovo il commento e dico che si incanala nella scia di un elodiesmo con poco melodismo. Mahmood a quanto pare ha fatto anche cose non buone. MAH
SANGIOVANNI – FINISCIMI
Più che “Finiscimi”, direi “sfiniscimi”. Sangiovanni porta un brano piuttosto mediocre, quasi un riempitivo da album: poche, se non assenti, idee musicali, performance piuttosto anonima, per un brano che non racconta nulla. Esiste, e si accontenta di ciò. MAH
FIORELLA MANNOIA – MARIPOSA
Non so chi abbia proposto questo brano alla Mannoia, che prova a portare qualcosa che possa farla ringiovanire nel Sanremo più gen-z-friendly di sempre. Il tentativo fallisce abbastanza miseramente, non convincendo né i giovani né i più grandi probabilmente. Portare un brano inefficacemente melodico, che vuole provare a farci ballare e pensare (?). Direi che non ci siamo. Ok provarci, ma così non ne vale la pena. NO
LA SAD – AUTODISTRUTTIVO
Poche cose mi irritano come l’estetica emo-punk smarmellata addosso agli artisti, riprova del fatto che del punk c’è arrivata solo la schiuma in superficie e nient’altro. La Sad, piuttosto ridicoli nel loro look incattivito, portano un brano alla Max Pezzali fuori tempo massimo e lo fanno anche dignitosamente, nonostante tutto, seppure provare a prenderli sul serio (nonostante la serietà del testo) è molto difficile. Comunque meno peggio di tanti altri. OK
IRAMA – TU NO
Irama porta l’ennesima canzone in copia incolla, che parte con 10 secondi incredibili orchestrali che svaniscono senza lasciare traccia. Nel suo look metà anni 2000 Irama è sempre sopra le righe, sempre super enfatico, tutto il tempo ingrugnito. Anche meno, dai. MAH
GHALI – CASA MIA
Ghali arriva e misteriosamente prova l’effetto simpatia col pupazzone tra il pubblico che non si capisce bene cosa ci azzecchi. Brano fortemente paraculo, furbettino, che vuole fare classifica (e chissà se ci riuscirà), nel complesso si vede e si capisce come comunque lui sia più bravo della media degli altri artisti. Qua è meno personale, più piacione, meno sincero. Ci aspettavamo qualcosa di diverso? Forse no. OK
NEGRAMARO – RICOMINCIAMO TUTTO
Torna Giuliano coi suoi Negramaro dopo molti anni, evidentemente per promuovere un nuovo tour negli stadi. Sangiorgi ormai è la caricatura di sé stesso, perpetua il personaggio dai vocalizzi iper spinti che ormai sono talmente stucchevoli (specie se imprecisi come nell’esibizione) da farci sorridere per il motivo sbagliato. Brano decisamente non memorabile, spinto dall’arrangiamento e dalla produzione da Arena Rock, è uno dei brani meno interessanti partoriti da lui, che comunque è un autore assolutamente rispettabile nel complesso, per quello che ha fatto almeno. OK
ANNALISA – SINCERAMENTE
“Sinceramente” se Annalisa è bella o meno, mi interessa poco. Così come, “sinceramente”, della sua carriera mi interessa ancora meno. Annalisa spinta da un numero incredibile di hit singles di fila e graziata persino da una parodia che è riuscita a diventare (inspiegabilmente) un tormentone anch’essa, arriva a Sanremo come possibile vincitrice annunciata. Peccato che questa “Sinceramente” si mostri come uno dei più brutti brani mai presentati a Sanremo negli ultimi 10 anni almeno. Con uno dei ritornelli meno memorabili di cui abbia coscienza negli ultimi mesi, “Sinceramente” spinge tutto sulla ritmica (DOBBIAMO BALLARE AVETE CAPITO?) e si disinteressa totalmente di tirare fuori un brano pop scritto bene. NO
MAHMOOD – TUTA GOLD
Mahmood, misteriosamente sbianchito stile Michael Jackson, si conferma come uno degli autori più fresh (se non IL più fresh della musica). Il “fresco di zona” torna rischiando la sua imbattibilità sanremese con un pezzo che nel complesso è buono, ha carattere come il suo autore e performer ed è una boccata d’aria fresca in questo lunghissimo Sanremo 2024. SI
DIODATO – TI MUOVI
Incredibilmente Diodato fa quello che nessuno ha fatto fino ad ora sul palco sanremese: portare una canzone pop tradizionale, con strofa bridge ritornello tutto prevedibile ma tutto giusto. Questa sorta di nuova canzone sanremese, con questo cantautorato molto italiano, molto lirico, ci sta: c’è la performance, ci sono i piano e i forti, c’è la melodia. Se esiste qualcosa di “prevedibile” è questo tipo di canzoni, quasi diametralmente opposto a Mahmood, ma “Ti muovi” è un buon brano di un ottimo autore. SI