SANREMO 2021 – LE PAGELLE
di Riccardo De Stefano
Finalmente ci siamo: Sanremo 2021 è qui con noi, rivelandoci adesso tutte le canzoni in gara. Tra sorprese (pochine) e tante delusioni, il Festival più strano di sempre, sospeso tra tutte le critiche e i problemi, riesce comunque a far parlare di sé. La prima serata vede 13 dei cantanti in gara presentarsi sul palco con i loro inediti, e tra le due serate si rivela essere la più debole. Andiamo a vedere insieme cosa è successo, canzone per canzone.
Arisa – “Potevi fare di più”
Arisa si porta appresso il classico fardello del “comunque canta benissimo”, il che ci dovrebbe far soprassedere sul fatto che quasi nessuna sua canzone abbia qualcosa di memorabile. Il brano non è brutto, sia chiaro, specialmente risentendolo dopo aver ascoltato gli altri, a mente lucida. L’intento probabilmente è fare una specie di operazione “Mia Martini” (con una mezza citazione degli archi di “Almeno tu nell’universo”), solo che ovviamente il confronto non aiuta la nostra povera Rosalba, che sparisce sotto i colpi della (già non eccellente) melodia che sale sale sale e non si capisce dove vada a finire. Il brano si chiama “Potevi dare di più”: be’, se te lo dici da sola… | ▼
Colapesce e Dimartino – “Musica leggerissima”
Il duo siciliano ci aveva fatto innamorare con il loro splendido I mortali, tra i lavori migliori del 2020. La Sisal li aveva piazzati come probabili vincitori. Hype alle stelle, aspettative altissime e una grande, gigantesca delusione. “Musica leggerissima”, come Arisa, rimane fedele al suo titolo, e posso anche capire l’operazione, ma rimane da capire come due dei migliori autori italiani, insieme, non riescano a far qualcosa all’altezza del loro talento. Per dire, una “Rosa e Olindo”, perfettamente sanremese, si mangia completamente questa loro “Musica leggerissima” e l’hanno pur sempre scritta loro. Il brano, alla fine, non è brutto, anzi, ma ci piace di più di quanto dovrebbe perché vogliamo che ci piaccia, e vogliamo che ci piacciano loro, eppure rimane una ferita che non si rimargina. | ☻
Aiello – “Ora”
Il problema principale della canzone è il suo interprete, ormai meme per eccellenza di questa edizione. Il mondo degli ascoltatori non occasionali si divide in chi detesta Aiello e chi lo sopporta, e a ben donde. Il brano è scritto – va detto – piuttosto bene, se si riesce a sorvolare sull’insostenibile leggerezza di quel “sesso e ibuprofene”. Melodia azzeccata e ritornello over-the-top sembrerebbero bastare già a esaurire lo spazio emozionale dell’ascoltatore, ma qui casca l’asino e Aiello non ci sta: d’un tratto la performance vira sull’esasperato, tra grida, urla, strilli e un vago sentore di melodramma che ci fa venire voglia di prendere una coperta calda e abbracciare Aiello facendogli passare l’attacco di panico (a lui e noi). Anche meno, Aie’, anche molto meno. | ▼