Garage/Indie/Folk
Blaise Pascal disse: “Gli uomini, non avendo potuto sanare la morte, la miseria, l’ignoranza, per rendersi felici hanno escogitato di non pensarci”. In seguito elaborò la teoria del divertissement: piccole distrazioni che ci consentono di fuggire,
per un breve momento, dalla nostra condizione.
“Winter Whales War”, uscito lo scorso febbraio per Bomba Dischi, potrebbe aiutarci. Non perché sia un disco d’evasione, pop o di facile ascolto, ma perché è un alcolico mix di garage, blues, racconti, atmosfere: un viaggio in mare aperto verso un punto di fuga perso nell’orizzonte.
C’è empatia tra noi ascoltatori e il duo romano composto da Gianluca Danaro (voce e chitarra) e Domenico Migliaccio (batteria). In fondo siamo tutti sulla stessa barca, e il loro rumore non ci inganna: lo sappiamo benissimo che è alto per coprire qualcosa e non soltanto per fare casino. Così più picchiano sulla batteria e più capiamo che c’è qualcosa che non va; più hanno
bisogno di amici che li sorreggano e con i quali cantare in pieno delirio alcolico – “This is Halloween” – e più ci rendiamo conto che anche loro, come noi, stanno cercando un modo per non pensarci; più provano a nasconderlo tra le distorsioni e più il loro romanticismo melodico – “1959 (The Last Prom)” – salta fuori.
Dopo l’euforia, però, arriva sempre il down del mattino seguente, quando ci trasciniamo tra una bottiglia d’acqua frizzante e gli opachi ricordi di quel che è stata la sera prima, e di cui resta solo l’impressione.
Così, “Sloop John B” e “Winter Whales War” ci accompagnano fuori dal disco e dalla festa, lasciandoci sulla porta. In fondo il fardello si può condividere per un breve momento d’esaltazione ma poi, una volta posata la testa sul cuscino, ognuno bada a sé.
Valentina Mariani (Indiecity)