Un nome storico della canzone d’autore. Luigi Piergiovanni, per i cultori dell’underground cantautorale che ci arriva sin dagli anni ’80, lo conosciamo con il moniker di Rosybyndy, storyletter urbano dai suoni digitali, caratterizzato dalla sua carrozzina su cui spesso ha ironizzato e dal suono digitale e post-industriale, post-atomico, pop allo stesso tempo. Una voce che rompe le abitudini, canzoni che inneggiano spesso alla critica romantica dello stato sociale. E in questo nuovo singolo dal titolo “Voglio un’altra epoca”, c’è rassegnazione, emancipazione della condizione di molti… appartenenti ad un tempo che non ci appartiene e non ci rappresenta. Lapidario, determinato e determinate le sue risposta. Violente in alcuni casi… senza troppe vie di uscita. Come le liriche delle sue canzoni… per chi ha ancora la capacità di saperle ascoltare.
Partiamo dal video perché hai fatto poco o niente, come sempre d’altronde quando si parla di dare cose in pasto a questo mondo virtuale. Un tuo rifiuto? Un modo per protestare?
Semplicemente mancanza di mezzi economici.
Hai mai pensato di accettarla questa epoca?
Ma io ci sguazzo in quest’epoca! Computer, social, web, mi hanno cambiato la vita. L’unica cosa che rimpiango sono i rapporti umani, il bar, il biliardino e la lentezza del tempo di una volta.
Secondo te cosa c’è di buono? Quando parliamo dei mezzi che danno a tutti la possibilità, Spotify tanto per dirne una, tu come la vedi?
Credo che durerà ancora poco. Le major si stanno organizzando con dei propri aggregatori dove si accederà solo su invito. Quindi per gli esordienti o per chi fa piccoli numeri i grandi store saranno irraggiungibili e si dovranno accontentare di altre piattaforme.
Parliamo del nuovo disco di Rosybyndy. Dopo “Alone”, cosa dobbiamo attenderci? Che disco sarà?
Sarà un disco di amore e di vita.