– di Michela Moramarco –
Rosso Moscardi è l’EP d’esordio del cantautore Moscardi. L’immaginario ricreato dai sei brani mescola la dolcezza di un bambino con la consapevolezza di un uomo. Si tratta di una narrazione che intreccia esperienze e ricordi del passato con momenti più vicini al presente. Le sonorità sono prevalentemente pop e incontrano melodie acustiche che risultano nel complesso molto cantabili e morbide. I testi risentono inequivocabilmente di una tradizione cantautorale dei primi anni 2000. Rosso Moscardi è come una dedica, un pensiero da indirizzare a qualcuno che ha lasciato un segno indelebile nel percorso evolutivo personale.
Ne abbiamo parlato con Moscardi.
Rosso Moscardi è un album che mescola la maturità di un uomo e la tenerezza di un bambino. È stato difficile tradurre quest’intenzione in musica?
C’è voluto tempo (tanto), ma ad oggi mi rendo conto che non è stato mai veramente difficile, perché le mie canzoni sono sempre andate di pari passo con il mio percorso personale.
Ovviamente ho incontrato ed incontro tuttora tanti ostacoli lungo la strada, ma sto imparando a trasformare queste difficoltà in opportunità e a dare il giusto valore alle persone che stanno al mio fianco e che rendono possibile tutto ciò.
Da dove deriva l’esigenza di raccontare momenti autobiografici?
Sono storie vissute e raccolte negli anni, nate senza il pensiero di dover far parte di un unico lavoro.
In un secondo momento, durante un periodo un po’ buio, mi è capitato di riaprire un vecchio album di ricordi pieno di mie foto e ho capito che, per ritrovarmi, dovevo tornare alle mie origini e ripercorrere tutti i passi che avevo fatto.
Da lì l’idea di piantare una bandierina su questa prima tappa e di chiamarla Rosso Moscardi, e devo dire che tutto questo mi è servito a riordinare le idee e a riprendere il mio cammino di crescita.
Rosso Moscardi è un titolo che fa sorgere nella mente un colore deciso e passionale, un po’ in contrapposizione alla dolcezza dei brani. Quindi questo titolo, a cosa si deve?
Si deve all’unione del colore dei miei capelli, preso da mia madre, con il mio “cognome d’arte”, che invece devo a mio padre.
Il rosso è un colore forte e deciso, è vero, ma la mia sfumatura personale ne addolcisce alcuni tratti ed infatti alla passione viscerale (che c’è assolutamente) unisco anche un carattere molto riflessivo e riservato.
In un momento storico in cui c’è sempre più offerta musicale, secondo te come è possibile essere autentici e distinguersi allo stesso tempo?
Penso che in un mondo così veloce e “tritatutto” sia fondamentale comprendere il significato profondo delle proprie esperienze, dei propri incontri e di ciò che si vuole esprimere attraverso la propria arte, con la consapevolezza che qualsiasi percorso di maturazione (non solo quella artistica) richiede tempo e dedizione.
Se sei autentico e coerente, anche nei momenti di dubbio o di sconforto, prima o poi gli altri lo riconosceranno e, anzi, ti ripagheranno con il loro affetto e la loro fiducia.
Ci sono artisti con cui ti piacerebbe collaborare? Perché?
Se dovessi giocare al “fantafeaturing” ti direi Jovanotti per quanto riguarda l’Italia e Ed Sheeran o James Bay per l’estero.
Tornando coi piedi per terra, invece, mi piacerebbe collaborare con qualche artista emergente donna perché penso di poter imparare tanto da una visione diversa delle cose e della musica come quella femminile.
Completa la frase: Moscardi è un cantautore…?
…o almeno ci prova!