– di Riccardo Magni –
Il 20 aprile è uscito il suo ultimo album “Canti Rossi”, in cui Rocco Rosignoli ha reinterpretato quattordici canti di matrice politica-popolare (tra cui Bella Ciao) più un suo inedito (leggi qui per saperne di più). Sette giorni dopo in distribuzione gratuita, ecco un EP figlio invece dell’isolamento e delle sensazioni derivate dal lockdownd causa Coronavirus, ascoltabile e scaricabile gratuitamente.
Cinque canzoni per un quarto d’ora circa di ascolto, che iniziano con “Everest”, le cui prime note (di archi) ci catapultano in un’atmosfera cavalleresca medievale, per poi montare in un crescendo di voci sovrapposte che unite alle parole dei versi di Rocco Rosignoli, vanno perfettamente ad indurre quel senso di angoscia impotente che almeno per pochi attimi, chiunque ha provato difronte ad immagini come quelle delle bare portate via da Bergamo con i camion militari ad esempio. Sensazionalistiche quanto vogliamo, ma indubbiamente di impatto.
Mantenendo la continuità musicale, l’atmosfera torna più morbida con l’inizio della seconda traccia “Coda di serpente” ed è qui soprattutto che torna a colpire la peculiarità di Rocco Rosignoli: nella sua poetica emerge chiaramente il retaggio di chi si è nutrito per anni di pane e De Andrè, Guccini, e di tutta una scena cantautorale italiana che possiamo definire classica.
Non mancano assolutamente in Rosignoli la capacità e la voglia di sperimentare e di miscelare, mostrate nei precedenti lavori e ampiamente dimostrate anche nella terza traccia “Zona Rossa”, dall’atmosfera angusta e, come una morsa, sempre più opprimente, con rumori di elicotteri ed ambulanze che si affiancano ad un basso incisivo ed a parole pesanti ed evocative, il virus descritto come un “monarca in caccia grossa” (forse “giocando” liricamente con la corona) che percorre i territori inarrestabile nello spazio e nel tempo (“ogni giorno è un altro chiodo nella cassa”). Come non manca certo la capacità di raccontare i tempi moderni e l’occhio puntato su di essi, evidente nelle due tracce finali “Ninna Nanna dei Fattoni” e “Prospettiva Zero”.
Ma oltre a questo, ciò che davvero colpisce forte è lo stile compositivo: negli arrangiamenti e nei versi di Rocco Rosignoli ci si ritrova in una bolla temporale, che pur tenendo conto dei progressi tecnologici degli ultimi trent’anni, ha saltato a piè pari almeno tre o quattro generazioni di “evoluzione” cantautorale collegandosi direttamente alla vecchia scuola e rielaborando quello stile in modo proprio. Ed avendo almeno anagraficamente gli strumenti per riconoscerla, sganciarsi di colpo dall’immaginario attuale e dal percorso che fino ad esso ci ha condotto, ripartire senza preavviso da lì, dal mondo rievocato da Rocco Rosignoli, risulta un’esperienza singolare, insolita, prima ancora che positiva o negativa.
Non si è menzionato fin qui il titolo dell’EP, ma non a caso. “Covid19 suite” per quanto inequivocabilmente identificativo, un piccolo moto di fastidio lo provoca, non fosse altro perché, a livello percettivo, rischia di far accostare in modo superficiale questo lavoro ai tanti exploit di ben inferiore qualità, partoriti da giovani autori della “nuova scena indie” che danno, purtroppo, l’impressione di ricercare una deprecabile visibilità cavalcando il momento piuttosto che esprimere un’urgenza espressiva artistica indotta da esso.
Ma è un fastidio a cui poi, ascoltando le cinque canzoni dell’EP di Rocco Rosignoli, sopraffatti da tutt’altro tipo di emozioni non si pensa affatto.
Ascolta l’EP in streaming su Soundcloud: https://bit.ly/2RIRxmG
Ascolta la playlist YouTube:
https://www.youtube.com/watch?v=NM8mOiDPuhA&list=PLX4VVUo7yCwuN5hrvKw030iv-gUfDwCgt
Scarica free download da Bandcamp: http://roccorosignoli.bandcamp.com/album/covid19–suite