Dalla notte dei tempi si discute del potere catartico della musica, di come questa possa alleviare pene e sofferenze e aiutare ad affrontare le prove che la vita ci mette davanti, di come quindi la musica possa attivare quel processo di liberazione da esperienze traumatizzanti o da situazioni conflittuali. Di sicuro il disco di Robson De Almeida dal titolo “Come fa la marea” risponde a questo quesito nel migliore dei modi: le 10 tracce (in realtà 9 più una rivisitazione live) che compongo il debut album del rapper palermitano di origini brasiliane, pubblicato dalla label Lo Stato Dell’Arte, sono state scritte dopo un grave lutto che ha colpito l’artista, e rappresentano il suo personalissimo sfogo verso il mondo che lo circonda e le esperienze che lo hanno forgiato.
Sulle eclettiche produzioni curate da Indigo, Gamma, Aaron Loud e Ric De Large, il flow di Marco Rossitto (questo il vero nome che si cela dietro il moniker Robson De Almeida) scorre fluido e incessante nel suo raccontare situazioni estreme, di disagio personale ma anche sociale, storie di ghetti, di emarginati, di solitudine e di razzismo… storie di cadute ma anche di rivincite, in cui il fil rouge è rappresentato dal mare, o meglio dal movimento della marea che viene qui utilizzato come metafora dei moti dell’animo umano. Un disco che rappresenta un primo importante e riuscito passo per questo talentuoso rapper siciliano, che ha i suoi tratti distintivi nel crossover musicale e nella profondità delle liriche.