– di Riccardo De Stefano –
Immaginate di aver letto un libro che vi ha accompagnato per tanto tempo, o forse se come molti non siete più abituati a leggere, immaginate un bel film o una serie TV su Netflix. Immaginatevi di aver visto i protagonisti crescere, muovere le trame della storia, maturare, diventare qualcosa di completamente diverso e averli visti arrivare, nel finale, tramite dei sorprendenti risvolti narrativi, dove neanche voi avreste mai pensato che sarebbero mai potuti arrivare. Come immaginereste il finale di questo libro, film o serie TV? Io credo come qualcosa di grande, quasi eroico, epico, agrodolce e malinconico, ma al tempo stesso capace di lasciarci qualche cosa, per accompagnarci il giorno successivo e forse per il resto della nostra vita arricchiti e appagati. Insomma un bel finale (non come Games of Thrones per dire).
Se la storia dei Thegiornalisti è stata un film o una serie TV o un libro, allora il finale perfetto è quello del Circo Massimo di Roma.
Crescendo narrativo: nonostante mesi di polemiche, accuse e gufate di giornalisti ed hater, i Nostri si ritrovano alla fine sul palco con 45000 persone festanti davanti a cantare in coro, mentre la musica risuona per tutta la lunghezza dell’arena e i titoli di coda iniziano a scorrere sopra i volti stanchi, ma felici dei ragazzi che alla fine ce l’hanno fatta, hanno coronato il loro sogno da bambini di diventare delle grandi star della musica.
Il finale perfetto per qualsiasi libro, serie tv o film.
Ma la vita non è tutto questo. Anzi, non doveva essere questa la fine dei Thegiornalisti. Lo avevano detto e ridetto nel corso di questi mesi: noi non ci scioglieremo, abbiamo solo cambiato il nostro contratto e non c’è alcuna intenzione di separarci. E, nonostante un vago senso di ineluttabilità, alla fine non potevi far altro che crederci.
Fino ovviamente alla notizia che ha scosso il web: Tommaso Paradiso annuncia che “da oggi in poi tutto quello che realizzerò lo farò a mio nome e non più a nome dei Thegiornalisti”. Shock.
Ma svisceriamo la faccenda. Quanto è emblematico che la notizia venga annunciata di sera, ed esclusivamente attraverso il profilo Instagram personale di Paradiso? Certo, di fatto il rapporto tra Tommaso Paradiso e gli altri due ragazzi della band, Marco Rissa Musella e Marco Primavera, era completamente separato non solo dal punto di vista contrattuale, ma anche per quello che riguardava il lato ufficio stampa, con le due parti ad averne uno ognuna. E certo, in fondo lo sapevamo tutti che questa cosa sarebbe successa,prima o poi. E probabilmente anche lo stesso Rissa doveva saperlo dato che con Leo Pari, amico e turnista dentro la band, aveva iniziato un percorso nuovo e diverso come Boys Boys Toys.
Però c’è modo e modo di concludere un progetto, soprattutto se questo, volente o nolente ha segnato non soltanto un decennio, ma anche un periodo discografico, musicale e oserei dire anche sociale rilevantissimo e affascinante come quello dell’ Indie Pop degli anni 10.
Tommaso Paradiso non si limita solo a una storia, ma ne pubblica diverse, dove enfatizza il proprio ruolo nella band a discapito dei suoi due colleghi, annunciando inoltre che si porterà dietro tutto il repertorio dei Thegiornalisti in quanto unico autore di musica e testo. Oltre a lanciare ovviamente il proprio nuovo singolo in uscita a nome proprio.
Finito tutto qua? Ovviamente no perché la risposta, Decisamente piccata, non tarda ad arrivare: è Marco Rissa infatti a comunicare in un’altra storia Instagram caricata sul proprio profilo come la decisione di Tommaso Paradiso di lasciare la band non interrompe il percorso dei Thegiornalisti. E lancia una frecciatina non da poco: “chi decide di andar via può andare a cercare di guadagnare più soldi da solo”, a sottolineare la vera natura del frontman della band, e l’intenzione di non spartire i propri guadagni con gli altri membri del complesso, ma di fare più soldi possibili, finendo poi per alludere alla presunta autorialità di Paradiso nei confronti del repertorio della band, quasi negandone l’esclusività tommasea.
** AGGIORNAMENTO ** Una nuova storia di Rissa dichiara che i due componenti della band sono stati estromessi dal profilo Instagram della band, impedendo quindi di commentare a nome dei Thegiornalisti e sbloccare i commenti. Nessun commento da parte di Tommaso Paradiso.
Che sia l’inizio di uno scontro interno, una piccola Civil War di Marveliana memoria? Non ci è dato saperlo. Mentre Marco Primavera non ha un profilo Instagram pubblico, per cui non ci è dato sapere la sua reazione al momento, Leo Pari pubblica una storia con un selfie con cui dà l’addio alla band sulle note dei Rolling Stones.
Diciamocelo, non doveva finire così. Il rischio adesso è di vedere il progetto dei Thegiornalisti snaturato e portato avanti a forza, forse solo per ripicca, o peggio per i soldi. Mentre dall’altra parte c’è ormai un Tommaso Paradiso senza più freni o ostacoli, che non ha più bisogno del moniker della band per vendere dischi, ma che probabilmente ha rinunciato all’ultima cosa che lo teneva ancora legato a una scrittura non completamente genuflessa alle sacre leggi del Dio Pop.
Quello che ci rimane, in ogni caso, e comunque a fronte di qualsiasi novità che può uscire fuori nei prossimi giorni (o settimane o mesi che siano), è il percorso di una band, nata come idea sul sellino di un motorino e cresciuta davanti ai piccoli palchi della Capitale, macinando concerti e pubblico fino all’approdo nei terreni dissoluti del circuito Mainstream. Il Canzoniere dei Thegiornalisti rimarrà come un esempio di scrittura legata tanto a un periodo quanto una generazione, in un certo senso ormai parte integrante dell’immaginario comune.
Ad avere avuto il coraggio, sarebbe stato decisamente molto più romantico concludere l’esperienza con i grandi Botti del Circo Massimo, e d’altronde sono o non sono i Thegiornalisti quella band “che crede nel romanticismo”?
Tommaso Paradiso, intanto, prende la cittadinanza onoraria di Riccione e inizia a lavorare sul suo film da regista.
Chissà che finale ha pensato per questa sua nuova fatica.
È questo il modo in cui finisce il mondo
È questo il modo in cui finisce il mondo
È questo il modo in cui finisce il mondo
Non già con uno schianto ma con un lamento.