– di Giacomo Daneluzzo –
Che i FoFoForever fossero qualcosa di molto diverso da ciò che il panorama musicale ha da offrire in questo periodo storico mi è stato chiaro fin da subito, non appena si sono presentati al mondo con Ombrastella, un singolo d’esordio poetico e di grande effetto che ha visto l’incursione vocale di Francesco De Leo dell’Officina della Camomilla. Era lo scorso giugno e nel giro di pochi mesi il gruppo ha pubblicato un altro singolo, l’emozionante ballad Sebastien e Juliet, poco prima di dare alla luce Canzoni contro il panico, un album composto da dieci brani per quasi mezz’ora di musica, capace di dare a chi l’ascolta la sensazione di essere al riparo dal male, dalla paura, dalle storture del mondo.
La mente dietro a questo singolare progetto è Stefano Poletti (autore/compositore/produttore, voce, chitarra acustica), artista poliedrico – già noto come regista di videoclip musicali e non e chitarrista dell’Officina della Camomilla, oltre che come leader dei Pecksniff – che si fa accompagnare in quest’avventura da Silvia Terlizzi (voce, chitarra elettrica), Michela Canavesi (violino, trombone, xilofono, omnichord) e Vanessa Degani (violoncello), a cui si aggiungono le batterie di Luca Anello. La bellissima copertina dell’album è stata realizzata da Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti, quasi a significare una sorta di approvazione da parte di uno dei gruppi italiani che più ha raccontato l’essere diversi di una gioventù controcorrente, il rifiuto della “società degli adulti”, che è soprattutto una postura esistenziale, ben prima che una fase anagrafica. Il messaggio che emerge maggiormente da questo disco, infatti, sembra essere questo: vivi intensamente, al cento per cento, accogliendo tutto ciò che la vita ha da offrirti anche nei momenti difficili; queste Canzoni contro il panico servono a ricordarti che ci sarà sempre qualcosa di bello a fare da contraltare al male, al panico, e a darti una mano quando ce n’è bisogno. E riescono a farlo con una poesia delicata, che parla all’anima e riesce a curarla.
Le Canzoni contro il panico che costituiscono il disco sono sicuramente pop e leggere, ma tutt’altro che superficiali, e celano dietro ad arrangiamenti sognanti e spesso molto “tranquilli” un animo decisamente punk e la capacità di parlare di temi importanti: sono ballate cantautorali sbilenche, in cui la penna sapiente di Poletti (un artista completo, tutt’altro che alle prime armi) riesce a essere a un tempo poetica e assolutamente espressiva, dolce e di grande impatto. La sensazione, ascoltando l’album, è quella di avere a che fare con un’autenticità estrema, tanto nella scrittura quanto nell’esecuzione – magistrale – delle canzoni: dal punto di vista musicale, infatti, siamo di fronte a un piccolo gioiello che vede arrangiamenti visionari eseguiti in modo impeccabile dalle musiciste coinvolte, con le voci di Stefano Poletti e Silvia Terlizzi che a volte si uniscono e altre si alternano (reminiscenza baustelliana), il trombone e gli altri strumenti di Michela Canavesi e il violoncello di Vanessa Degani che rendono l’atmosfera strumentale colorata e bellissima, creando un tappeto sonoro che, semplicemente, funziona alla perfezione. Il pop, ibridato con impulsi folk e rock, lascia ampio spazio a momenti più orchestrali, risultando in un baroque indie pop estremamente originale e ispirato.
Nonostante l’alternarsi di varie ispirazioni, musicali e non, l’album mantiene una certa coerenza di fondo, fatta di suggestioni provenienti da vari immaginari alternativi: con le loro Canzoni contro il panico i FoFoForever ci invitano a perderci in una Milano che assomiglia più a un luogo ideale e onirico che a una vera città, salendo al volo su tram metaforici e affrontando i temporali della vita. È una serie di piccole storie che formano una parentesi luminosa dalla vita “ordinaria”, che riesce nell’intento di diventare un rifugio contro il panico, a significare tutto ciò che turba e sconvolge, dove tornare ogni volta che ce ne fosse bisogno.