Molto particolare e indefinibile il nuovo lavoro di Rhò (nome d’arte di Rocco Cetrella), che si colloca in un’area misteriosamente affascinante al confine tra musica ambient, elettronica contemporanea e una versione più astratta del R&B al confine con il trip-hop dalle sonorità più cinematografiche, a partire dai primi due brani, rispettivamente Black Horse e Cross (quest’ultimo presenta qualche somiglianza nel ritornello con Ordinary World dei Duran Duran).
Non mancano alcune concessioni alle sonorità di moda del momento rappresentate dai brani J41D e dal pop di Roots, sonorità tuttavia rielaborate con molto gusto e classe L’album tuttavia non è di facile ascolto e comprensione e necessita di ripetuti ascolti per essere pienamente apprezzato, caratteristica che tuttavia rende onore all’opera e la distingue dai numerosi prodotti ”classifica, ascolta e dimentica” che dominano ogni scena musicale. Un’incoraggiante e buonissima opera prima di un valido talento del panorama italiano.
Simone Spitoni