Renato Marengo (Napoli, 05/02/1943) è conduttore, produttore discografico e giornalista. Tra le tante cose, è stato fondatore e collaboratore del mensile di musica “Attuale”, produttore di spicco della scena musicale partenopea degni anni Settanta e giornalista radio-televisivo per RAI, TMC e Videomusic.
Michael Pergolani (Lübeck, Germania, 14/01/1946) è conduttore, sceneggiatore e attore. Ha collaborato, tra gli altri, con Massimo Troisi e Renzo Arbore, e ha lavorato in radio per la BBC e la RAI, e con diverse testate giornalistiche.
Insieme, hanno ideato e condotto dal 2001 Demo l’Acchiappatalenti, striscia quotidiana di Radio1 dedicata alla scoperta di nuovi talenti all’interno del panorama della musica emergente ed indipendente. Il programma è stato chiuso all’inizio del 2014 senza che i due autori e conduttori ricevessero alcuna comunicazione ufficiale. Parliamo con loro della vicenda e dell’enorme protesta che è nata sul web, coinvolgendo migliaia di persone.
Da lunedì 6 gennaio Demo non sarà più presente nel palinsesto di Radio1. La notizia sta facendo molto discutere, sia per il fatto in sé, sia per le modalità di cancellazione del programma, in quanto voi autori e conduttori non siete stati coinvolti in questa decisione. Potete spiegarci meglio la vicenda?
R: Abbiamo saputo della cancellazione di Demo dal palinsesto quando ci siamo recati in studio di registrazione per lavorare al programma, assolutamente ignari della decisione presa dalla direzione di Radio1: tutto ciò è semplicemente vergognoso, dopo dodici anni di lavoro svolti con dedizione e serietà, durante i quali abbiamo mandato in onda 3-4 canzoni al giorno, tutti i giorni, di autori e gruppi emergenti. I brani venivano commentati e analizzati, e gli autori venivano presentati durante lo svolgimento del programma. Per molti ragazzi la loro partecipazione al programma ha rappresentato anche una svolta dal punto di vista professionale, visto che come Demo abbiamo anche organizzato manifestazioni di concerti live, compilation di autori emergenti e puntate monografiche su di loro. Tutto questo è stato cancellato con un colpo di spugna da una decisione a nostro avviso folle ed immorale.
M: Demo è stato chiuso in una maniera indecente ed autoritaria. Io e Renato abbiamo una storia in Rai iniziata negli anni Settanta, condotta sempre in maniera altamente professionale: non meritavamo certo questo trattamento. Ancora oggi non abbiamo avuto una conferma ufficiale della chiusura del programma.
La decisione della Rai può essere considerata assolutamente lesiva del concetto di “servizio pubblico”, anche al di là della polemica sulle modalità della vostra esclusione. Come è possibile far conoscere le nuove proposte se le poche realtà esistenti che funzionano subiscono questo trattamento?
R: In un mondo che non offre spazio alla ricerca e ai giovani, il nostro programma è stato per tanto tempo uno spazio importante, e tutto questo lo stiamo vedendo soprattutto in questo frangente: è esplosa una vera e propria “rivoluzione mediatica” che non mira solo a sostenere me e Michael, ma il talento e la cultura, riconoscendo a Demo la sua capacità di proporre un servizio di qualità. Il direttore di Radio 1 Antonio Preziosi ha tolto sogni e speranze nel futuro a tantissime persone: il servizio pubblico ha il dovere di dare questo spazio. Quando abbiamo pensato questo programma abbiamo scelto di dare spazio alla musica emergente, offrendo la nostra professionalità a chi ci avrebbe proposto prodotti artistici di qualità. Tutto questo ci sta tornando indietro attraverso l’appoggio solidale offertoci da diversi rappresentanti del mondo musicale italiano e la loro energica protesta.
M: Fin dalle prime puntate abbiamo sempre detto che il nostro principale obiettivo era quello di dare modo di lavorare con la musica, come autori, compositori, produttori, e via dicendo. Demo ha dato spazio a tantissime persone talentuose che hanno mostrato voglia di lavorare con la musica. Molta gente di valore che è partita dal nostro programma sta ora avendo diverse soddisfazioni professionali, in Italia e all’estero. Non sto parlando di ricchezza e successo sfrenati, ma della possibilità di lavorare dignitosamente con la propria passione. Senza falsa modestia possiamo sicuramente affermare che Demo è un grandissimo esempio di servizio pubblico.
Sono venuto a conoscenza dei nomi importanti e dei grandi numeri dell’adesione a questa protesta, ancora più rilevanti se si pensa che tutto ciò è iniziato il 6 gennaio. Lunedì 20 gennaio a Roma c’è stato il primo di una lunga serie di eventi in difesa di Demo.
R: Il 20 gennaio siamo stati al Lian Club di Roma, dove siamo stati ospiti di Massimo Nunzi, che insieme all’Orchestra Operaia ha accompagnato il duo composto da Ilaria Graziano e Francesco Forni, un cantautore scoperto da Demo che è oggi diventato un professionista che vive di musica, e che durante la serata ha pubblicamente affermato quanto sia stata importante la nostra trasmissione per la sua vita professionale. Proprio la presenza di Francesco alla serata ha convinto Massimo Forni ad invitarci, e alla serata sono stati presenti diversi artisti ed amici che hanno protestato con noi attraverso la loro musica. È stato bellissimo, ed è solo il primo di una serie di eventi che avranno luogo nelle prossime settimane.
M: Da quando abbiamo fatto sapere la notizia della chiusura, siamo stati felicemente assaliti dai messaggi, e di notizie relative all’enorme visibilità che la nostra vicenda sta avendo. Stiamo parlando di migliaia di persone, di un’enorme mobilitazione che ha avuto il suo primo esempio nella serata del 20 gennaio a Roma. Massimo Forni è un amico, e ha voluto invitarci in questa occasione, alla quale hanno partecipato tanti altri amici che si sono uniti alla nostra protesta. La Rai non si rende conto di cosa è stato smosso: mai la soppressione di una trasmissione radiofonica aveva avuto prima d’ora una così enorme risposta da parte del web, non riescono a capire la forza che il web può avere in queste e in altre occasioni.
Avete saputo quali sono stati i motivi della cancellazione del programma?
R: Non ne siamo a conoscenza. Sappiamo solo che il programma registrava il 13-14% di ascolto in una fascia oraria che difficilmente ha mai superato il 4-5%, è sempre stato graditissimo e lo stesso direttore Preziosi lo definiva un fiore all’occhiello della rete. Il ritorno mediatico di tutta questa vicenda fa inoltre capire quanta gente non solo ci seguisse, ma ci apprezzasse. Non ci sono motivi validi a supporto di questa scelta della direzione.
M: Purtroppo no, e non siamo certo l’unico caso di questo tipo: sono stati molti i programmi, anche televisivi e di enorme successo, che hanno subito lo stesso trattamento, figurarsi un “piccolo” programma radiofonico, talmente “piccolo” da aver permesso alla Sipra (concessionaria per la pubblicità sulla Rai) di incassare dopo le 23. Non era mai successo che dei clienti chiedessero di poter andare in onda prima e dopo un programma di quella fascia oraria. Ricordo anche che nei primi anni di trasmissione il nostro sito è stato il più visitato di tutta la radiofonia, e dentro vi abbiamo proposto una quantità di podcast a dir poco gigantesca. Ufficialmente, Preziosi ha sempre affermato di volerci supportare, mentre nel frattempo ci dimezzava l’ufficio di Saxa Rubra, ci levava minuti durante tutta la settimana inserendo nel palinsesto la rassegna stampa, sopprimeva la nostra puntata di sabato. Tutto questo senza alcuna motivazione.
Dove e quando si svolgerà il prossimo evento organizzato per protestare contro la chiusura?
R: Il 2 febbraio a Torino all’Hiroshima Mon Amour si svolgerà una serata organizzata da Giulio Tedeschi, operatore culturale molto noto nel circuito torinese e fondatore della Toast Records, storica etichetta di rock italiano. Giulio ha lanciato un appello a favore del programma a cui hanno aderito decine di artisti che si esibiranno fin dal pomeriggio. Abbiamo richieste da tutta Italia per eventi simili.
M: L’evento di Torino di cui ha parlato Renato sarà il primo di una serie di eventi che non sarà costituito solo da concerti ma anche da petizioni e da manifestazioni davanti alla Rai e a Montecitorio. Avere ritrovato l’affetto dei ragazzi verso di noi, prima con le serate in giro per l’Italia, e adesso in questa occasione, è bellissimo.
Ringraziamo Renato Marengo e Michael Pergolani per aver voluto parlare con noi della vicenda che li ha visti coinvolti in queste settimane. Vi rinvitiamo a continuare a seguire la vicenda, sostenendo il lavoro di Renato e Michael, e di tutti quelli che come loro e con loro offrono la loro serietà e professionalità a favore dei nuovi talenti.
Flavio Talamonti