– di Giacomo Daneluzzo
foto di Erika Lo Iacono –
Come in una notte d’Oriente, la Regina di Saba incontra un Mago dalle mille abilità e dai mille strumenti. Donna dalle molteplici vite, dai molteplici nomi e culti, ricercatrice di verità e saggezza e adoratrice del sole, si somma per una notte unica al Mago del Gelato, composto da suoni, strumenti e qualità eccelsa.
Presentazione dell’evento pubblicata dal Circolo Magnolia
Introduzione*
Era ormai calata la notte e il deserto di nebbia che la Regina di Saba stava attraversando, da sola, diventava più freddo a ogni passo. Non era certa di sopravvivere fino all’alba successiva, quando il sole sarebbe sorto e avrebbe diradato la nebbia, portando luce e calore. Ma non poteva arrendersi: il suo viaggio alla ricerca della leggendaria Fonte della Giustizia, l’unica capace di portare uguaglianza e prosperità al suo popolo, era stato molto arduo, ma la sua missione era troppo importante e solo lei avrebbe potuto portarla a termine. Si fece forza: se quella fosse stata la sua ultima avventura, non si sarebbe tirata indietro, per il bene dei suoi sudditi e del mondo intero. E così continuò a camminare, passo dopo passo, ma il fuoco del suo coraggio non sarebbe bastato per scaldare le sue membra congelate.
Fu allora che intravide nella nebbia, davanti a sé, una sagoma, in lontananza. Avvicinandosi, le sembrò di scorgere la figura di una persona avvolta da una lunga veste, ma la nebbia era troppo fitta per distinguerne con precisione i contorni: restò sull’attenti, nel caso si fosse rivelato un nemico. A quel punto una voce dal timbro indescrivibile, come se provenisse da un altro mondo, risuonò nell’aria gelida: «Io sono il Mago più potente che esista, custode delle antiche arti magiche. Tu chi sei? Che cosa ti porta in queste lande desertiche che sono la mia dimora?». Sua Maestà riconobbe immediatamente il celebre Mago del Gelato e gli rispose: «Sono la Regina di Saba, e non chiedo altro che avere un riparo fino a domani, per poter proseguire il mio viaggio: è per il bene del Regno di Saba!». Il Mago grazie alle sue doti percepì di avere di fronte a sé una Regina dal cuore puro, che non bramava nulla per sé, ma solo il bene del suo popolo. «Seguimi», disse. «Potrai scaldarti e riposarti nel mio palazzo, finché non sarà tempo di riprendere il tuo viaggio. E avrai anche modo di assaggiare la mia specialità, un dolce di mia invenzione dal sapore unico. Una vera prelibatezza!». La Regina capì immediatamente di aver trovato un potente alleato.
Il Mago
Siamo arrivati al Magnolia in una serata milanese nebbiosa e sopratttutto fredda, molto fredda; il Magnolia si è presentato come una sorta di oasi, in cui abbiamo incontrato degli amici e abbiamo avuto modo di rifocillarci.
Quando Il Mago Del Gelato ha iniziato a suonare, il mondo è rimasto fuori. Il gruppo, infatti, ha un grande talento “cinematografico”: muovendosi con destrezza tra diversi sottogeneri del jazz, è in grado di creare una dimensione a parte, staccata, e di portarci il pubblico. Come per magia ci ritroviamo in una sala cinematografica e il palco diventa lo schermo di un multisala, in cui è proiettato un film in cui il Mago è regista, sceneggiatore e attore – e naturalmente si occupa anche della colonna sonora.
Il Mago, presentando le canzoni del proprio EP d’esordio Maledetta Quella Notte, crea delle scene che ogni spettatore recepisce in modo unico e personale, indirizzato dalle poche parole presenti nei testi, che – con un Vocoder che le rende eteree e senza genere – imprimono una pur lieve direzione alle forti suggestioni generate dalla musica.
Il set è stato abbastanza breve, ma il tempo è più che bastato a delineare quell’atmosfera definita e ben riconoscibile che è tipica dei concerti della band, di cui abbiamo parlato in passato, anche grazie a una formazione live che aggiunge ai quattro elementi del gruppo un tris di musicisti estremamente validi.
Si tratta di una band evidentemente molto affiatata e coordinata, con una formazione rodata e completamente a proprio agio sul palco. Niente è fuori posto ed è sorprendente la capacità del gruppo di trasmettere al pubblico un flusso di energia straordinario. Non a caso – almeno a Milano, la loro città d’origine – sono conosciuti e apprezzati anche fuori dall’ambito di provenienza, quello del jazz, come si vede anche dall’accostamento tra loro e i Queen of Saba che è stato proposto in questa serata.
È interessante anche la scelta di non fare un bis, dettata forse da necessità logistiche, ma forse anche dalla volontà (condivisa da diversi gruppi e artisti, negli ultimi anni) di discostarsi da questa tradizione: ormai il bis alla fine del concerto è una cosa scontata e percepita quasi come “dovuta” da parte del pubblico. Non farlo può essere un modo per stupire maggiormente gli spettatori.
La Regina
Finito il concerto del Mago Del Gelato (che, a differenza di come si dilegua il suo alter ego letterario, non si è dissolto nell’aria, sparendo magicamente), c’è stato un breve intervallo tecnico, dopo il quale sono arrivati i Queen of Saba. Il duo formato da Sara Santi e Lorenzo Battistel ha portato sul palco del Magnolia uno spettacolo incredibile, caratterizzato da un’energia dirompente.
Nel corso del live hanno presentato il loro ultimo disco Medusa, ma lasciando spazio anche a vari pezzi precedenti, cosa di cui son stato felice perché nell’intervista che abbiamo fatto al gruppo Sara aveva parlato anche di come per lui sia un po’ più difficile portare live i pezzi vecchi, per via del fatto che in alcuni brani tratti da Fatamorgana parla di sé usando il femminile, fatto con cui non si sente del tutto a suo agio; sembra che – come diceva che avrebbe voluto fare – stia andando nella direzione di diventare «un ninja dei pronomi», per usare le sue parole. Nel corso del live è intervenuto anche il rapper Ganoona, con cui il gruppo ha pubblicato i brani Culo Gordo e Pesca Noche.
I pezzi dei Queen of Saba sono davvero molto energici, potenti. Il gruppo non ha paura di schierarsi e i suoi ascoltatori lo sanno bene: oltre ai temi “classici” dei diritti LGBTQ+, del femminismo e – forse soprattutto, riguardandoli da vicino – delle identità non binarie, che affrontano apertamente, non hanno avuto paura di esprimersi senza filtri sull’attuale situazione in Palestina, schierandosi apertamente a sostegno del popolo palestinese, dando prova di innegabile coerenza politica.
I Queen of Saba non sono un gruppo per tutti e non intendono esserlo: non vogliono piacere a tutti, ma creare uno spazio sicuro per tutti i “diversi”, per gli ultimi, per chi non ha voce. Per mandare un messaggio forte usano la musica: Sara è un cantante straordinario, con una voce potentissima e uno stile di scrittura molto diretto, molto d’impatto, che gli permette di fare della propria arte un veicolo di messaggi politici e sociali particolarmente efficace. E se questo è vero nell’attività discografica della band, risulta ancora più vero nella dimensione live, in cui sono trasmesse vibrazioni molto intense.
Un esempio della dimensione unica che si crea in questi concerti è stato quando Sara ha invitato il pubblico a sfogare tutto ciò che non avrebbe potuto sfogare altrove in un grido liberatorio, cosa che è effettivamente successa e in cui gli ascoltatori si sono sentiti davvero liberi di liberare questo grande urlo catartico collettivo.
Benedetta quella notte!
Non è affatto una scelta strana quella di far incontrare in una serata di musica dal vivo i Queen of Saba e Il Mago Del Gelato, due progetti diversi ma che non sono poi così distanti tra loro. Non fanno lo stesso genere: Il Mago Del Gelato è più su generi come jazz, funk e afrobeat, mentre i Queen of Saba sono vicini al genere del pop elettronico, con ibridazioni soprattutto con il rap e con il cantautorato e un’attitudine decisamente sperimentale da un punto di vista musicale. Eppure l’accostamento risulta molto azzeccato: sono entrambi gruppi con una fortissima attitudine alla dimensione live, capaci di creare un’atmosfera particolare e di trasmettere un’energia dirompente al pubblico, anche a chi non conosce le loro canzoni. E questo è chiarissimo anche dall’eterogeneità del pubblico presente a questo live.
La potenza comunicativa di entrambi gli show e l’amore per la musica dal vivo “fatta bene” è dunque ciò che caratterizza questi due gruppi, e sentirli dal vivo insieme, nello stesso contesto, è un’esperienza speciale, a metà tra assistere alla proiezione di un film e sentire raccontare una storia, grazie ad artisti in gamba e capaci di emozionare.