Il titolo è volutamente provocatorio, ma voglio cogliere l’occasione e spiegarmi bene in queste righe, parlando del concerto di Franco Battiato con l’Orchestra del Teatro Massimo Bellini al Teatro di Catania del 17/9/2017.
Partiamo dalla definizione di “indie”: Il termine musica indie è riferibile ad un insieme di generi musicali caratterizzato da una certa indipendenza, reale oppure percepita, dalla musica pop e da una cultura cosiddetta mainstream, nonché da un approccio personale alla musica stessa. (Fonte: Wikipedia)
Prendendo come punto di riferimento questa definizione, direi che aprire un concerto con Messa arcaica, composizione per soli, coro e orchestra è certamente una scelta che si allontana totalmente dal mondo mainstream, radiofonico, commerciale, e quindi tecnicamente (si fa per dire) è indie.
Giusto per fare un po’ di chiarezza, Messa arcaica è un’opera composta da Battiato nel 1993 e pubblicata nel 1994 e sebbene sia poco consueta una pubblicazione di questo tipo, è una vera e propria messa, peraltro in latino (non per niente è arcaica) eseguita per la prima volta nella Basilica di San Bernardino all’Aquila.
Piaccia o non piaccia, va riconosciuto all’artista il merito di aver creato un movimento, una “religione”, una venerazione rivolta al nonsense, a cominciare dalla scelta della lingua latina che ovviamente non ha un’ampia diffusione fra il pubblico – ora ditemi chi di voi ricorda il distico o il trimetro – è chiaramente un segno distintivo, una ricerca costante di indipendenza dalle classificazioni classiche. A mio giudizio sulle piattaforme musicali, fra i vari generi ne dovrebbe esistere uno a parte per il Maestro.
Un maestro senz’altro nella scelta iniziale, perpetrata nel tempo, di volere essere riconoscibile, particolare, unico. Forse è più anarchico dei Sex Pistols, o ancora più provocatorio di Madonna, certo è che Franco Battiato strappa applausi e consensi fra gli spettatori che hanno riempito letteralmente il Teatro Romano, un’opera d’arte a cielo aperto, perfetta ambientazione per una serata come questa.
Vorrei spendere due parole anche per l’Orchestra del Teatro Massimo Bellini di Catania, che ha eseguito alla perfezione le suggestive e complesse armonie della messa e successivamente gli arrangiamenti dei grandi successi dell’artista, un gruppo di professionisti che mi ha sinceramente impressionato.
Fra le rielaborazioni in chiave orchestrale, ho apprezzato di più La Cura e credo anche il pubblico sia rimasto maggiormente colpito – non si contano le storie su Instagram durante l’esibizione.
Sintetizzando: messa (in latino) – nonsense – orchestra – armonie complesse – aneddoti quasi criptici.
Di contro: grande successo di pubblico – riconoscibilità nazionale (forse internazionale) – fila di persone vicino al palco per rubare uno scatto.
Insomma, quanto è (veramente) indie Franco Battiato ?
Vincenzo Gentile