– di Clara Giacalone –
Esaltare la femminilità si può, Populous lo sa fare bene e ce lo dimostra con “W” (Women con la W maiuscola) il suo nuovo album uscito il 22 Maggio per La Tempesta International e Wonderwheel Recordings, in Italia e nel mondo.
Dopo tre anni dal suo ultimo “Azulejos”, Andrea Mangia, producer, dj, sound designer salentino e ospite fisso di grandi festival internazionali, porta avanti la bandiera della musica elettronica italiana pregna di generi e influenze world music (Africa, Oriente, Sudamerica) come solo i veri artisti trasversali riescono a fare. Se il suo nome vi suonasse nuovo, sappiate che c’è lui dietro ad artisti come Simon Scott/Slowdive, Vasco Brondi, M¥SS KETA che stavolta è presente in una delle tracce del nuovo disco.
Ma non solo M¥SS KETA: Sobrenadar, Kaleema, Sotomayor, Emmanuelle, Barda, Weste, Cuushe, L I M, Matilde Davoli e Lucia Manca, le migliori personalità della musica indipendente, quelle meno stereotipate e più pazze, più forti ed incisive, collaborano e rappresentano ognuna delle dieci tracce del suo viaggio in un mondo libero, matriarcale, queer, psichedelico ed ironico.
È in questa atmosfera dream pop che rimaniamo sospesi durante l’ascolto di “W”, un capolavoro che rappresenta le donne che sanno cosa vogliono e lo traducono in quello che sanno fare meglio in un immaginario musicale che definisce il loro futuro.
Ogni brano ha la sua personalità e la sua caratterizzazione musicale, non ce n’è uno uguale all’altro: Desierto con Sobrenadar è ipnotico, Soy Lo Que Soy prodotto in collaborazione con il duo elettronico messicano Sotomayor ha un ritmo latino che ci sorprende poi con bassi dance-hall jamaicani, Flores no mar è brasiliana come la sua performer Emmanuelle con un omaggio agli afro-samba di Vinicius de Moraes. È il turno di Kaleema con Fuera de mi per poi passare alla queen di Milano M¥SS KETA e Gorgerous Kenjii, butch queen della House of Gucci, come seconda voce in HOUSE OF KETA.
Ed eccoci arrivati definitivamente in Sudamerica con Banda e Petalo per poi ripartire subito per l’oriente con Out of space, featuring Cuushe aka Mayuko Hititsuyanagi e perdersi di nuovo con Getting Lost.
Roma, ultima traccia e nostra preferita dell’album è la conclusione perfetta di questo viaggio: “E quando mi ha chiesto dove sarei andata, ho risposto Roma”, dice Lucia Manca, un omaggio all’omonimo film di Alfonso Cuarón che racconta la vita di una famiglia messicana nel quartiere Colonia Roma di Città del Messico. House, ipnotica, allucinogena la ascolteresti per ore solo per cercare di decifrarla in tutti i suoi tratti.
“W” è per certi versi un album aperto e sperimentale che ci ha completamente abbagliato, una festa che non si conclude mai, che ti trasporta e ti incuriosisce dal primo all’ultimo pezzo, da riascoltare e studiare in ogni suo singolo beat.
Provate, infine, a riconoscere le figure che compaiono nel visual della cover del disco (a cura di Nicola Napoli, grafico di alcuni flyer del Berghain di Berlino per dire), vi diamo dei suggerimenti: Missy Elliott, Loredana Bertè, Beth Ditto e…