Un titolo istituzionale direi. Ci sta tutto. Soprattutto se poi ad averlo ispirato è l’ascolto di questo disco che per quanto mi riguarda si tradisce solo in pochissimi tratti. Ma andiamo per gradi: sono i Piccoli Animali Senza Espressione che presentano il loro terzo disco dal titolo Sveglio Fantasma. Loro sono Edoardo Bacchelli alla voce con un timbro decisamente riconducente a Mango e questo personalmente mi piace e tantissimo anche. E vorrei anche direi che la citazione non è per mancanza di personalità o per emulazione (almeno spero)…una voce che invece lascia intendere tanto di suo, tra gusto personale e ricerca. Poi ci sono i cori e le chitarre di Filippo Trombi che probabilmente, strumentalmente parlando, viene appena nascosto dalla costruzione digitale di tutto il lavoro che, in questo senso, è pregna di elettronica. In ultimo troviamo Andrea Fusario al basso e qui si devono citare ovviamente i Virginiana Miller di cui faceva parte. I testi sono di Annalisa Boccardi ed eccovi il secondo protagonista di queste 11 nuove canzoni dei PASE. Eh sì, perché la componente lirica del disco è assolutamente portante. Non direi vincente perché siamo di fronte all’ennesimo lavoro di filosofia e colture mitologiche, testi di ampi scenari metaforici di una psichedelia quasi barocca che ovviamente arrivano a pochi se non a pochissimi.
Però c’è anche da dire che non oltrepassano il confine dell’assurdo, non dicono cose a vanvera e non si vestono di sfacciata incomprensione che delle volte fa solo ridere. E sono anche ben miscelati con le melodie, introducono fattori di merito e di gusto e producono suoni che ben arrangiano e dialogano con la melodia. Poi nel lavoro, reale e imperante, è proprio la melodia a comandare. Sono 11 inediti e sono 11 dipinti di bella canzone leggera italiana. Il pop classico (per intenderci quello di Mango dato che l’abbiamo chiamato in causa) si mescola con il futurismo elettronico. Ne viene fuori una miscela di canzone seria e alternativa, che non è più pop da cassetta ma neanche qualcosa che ha a che fare con l’indie maniera. Niente di originale si intenda ma qualcosa di assolutamente personale. Come a dire: un brano dei PASE lo riconoscerei tra mille. Pecca il video di lancio, un brano ermetico di suo come “Come il quadrato” si contorna di un video ermetico di suo che, tuttavia, è anche recitato un po’ come viene. Insomma si vede che non è un video di mestiere. L’enorme cura dei suoni che troviamo nel disco non la vedo anche nella produzione del video. Però ad ascoltare pezzi come “Lupa” c’è da pensare alla genialità di certe scelte e l’invito è apertissimo per ascoltare questo disco con estrema attenzione ad ogni dettaglio. Sono 11 brani davvero ben fatti.
Angelo Rattenni