– di Sara Fabrizi –
I Pentothal, anzi il Pentothal, creatura musicale mitologica, mancava sulle scene da un po’. Gli ultimi frutti discografici li aveva dati nel 2010 (essendo attivo dal 2004).
Nuovo decennio del nuovo millennio ed ecco che la sfuggente creatura musicale del frusinate rialza la testolina e ci regala un album di 7 brani. In formato fisico e digitale, a nostra disposizione. Manco a dire che dobbiamo andare a cercarlo nei boschi. Sarebbe un delitto non prestargli la dovuta attenzione, avendo maturato in questi anni tante storie sfiziose da raccontare.
Il Pentothal è frutto dell’amore dei suoi 3 papa’: Alessandro Toto (detto Toso) che gli ha dato voce e chitarra, Gianluca Materiale (detto JeanPaul) che ha gli dato il basso e Massimo Di Palma (detto Ciavarro) che ha gli dato la batteria. E’ una creatura libera e indisciplinata, come esito di uno stile educativo altrettanto libero. Ma è venuto su bene, somiglia ad un’allegra giovane giumenta che si dimena qua e là ballando sulle note di una musica difficilmente etichettabile.
La possiamo immaginare ancheggiare e dondolarsi sui 7 pezzi che sono l’anima pulsante di Sopra La Panca La Capra Campa… Sotto La Panca La Capra Crepa. Linguaggio a tratti ermetico, figure retoriche che forse hanno inventato di sana pianta ma che funzionano bene. Genere musicale non pervenuto. O meglio, non ravvisabile. Caleidoscopico. Contenitore e centrifuga di generi fino a creare il non-genere. Folk minimalista, reggae, funk, rock’n’roll, rock e cantautorato classico. Troviamo un po’ di tutto nei fighissimi (mi si passi il termine) arrangiamenti che davvero ti vogliono far ballare insieme al Pentothal/giumenta.
La voce che può sembrare impostata e proveniente da qualche lontano pianeta è in realtà la più vicina e calda potesse raccontare queste avventure incastonate fra il bucolico, il magico e l’attuale. Pur nella varietà stilistica interna all’album, nel passaggio dagli episodi più scanzonati (tipo Grilli Per La Testa) a quelli con un’atmosfera più seriosa/cupa (In Arte Giumenta, Puttana Eva), il tratto di unione è quell’indole libera e godente che appaga la nostra sete di cose vitali. Vi siete mai sentiti a secco di stimoli vitali? Un po’ schiacciati dalla routine e da musica tutta uguale? I Pentothal fanno proprio al caso vostro, perché vi connettono con il vostro io più pre-sociale e birichino.
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