– di Claudio Colapinto –
Paolo Fattorini è un artista molto complesso e controverso che seguo da tempo e di cui stimo l’operato. Un personaggio sicuramente di rottura rispetto agli standard, anche in ambito alternative rock. Approcciando con il nuovo progetto, dal titolo Nutriente, Alcalina, Verticale = Madre ( |\| /-\ \/ = |\/| ), mi vengono in mente il concept di The Wall di Roger Waters, le atmosfere dei Sigur, la ricercatezza di Thom Yorke e le suggestioni cinematografiche della compositrice Jocelyn Pook (soundtrack di Eyes Wide Shut), ma rispetto alla scelta del latino classico non riesco a trovare similitudini.
Perché comporre testi in latino?
Non volevo che la mia musica e creatività fosse solo intrattenimento, quanto un’arte per trattenere informazioni. Le informazioni sono emozioni, che assorbiamo e che non possiamo fare a meno di comunicare al prossimo rilasciando tracce di noi. Le emozioni sono il deus ex machina che mette in forma la realtà che andremo a vivere. Quindi, se si conosce l’origine delle proprie emozioni, come ci insegna la medicina tradizionale cinese, ossia che conoscere se stessi equivale a conoscere l’Impero, si può comprendere come veicolare i messaggi compresi nei simboli e nelle vibrazioni sonore. Ed io volevo smarcarmi dalla lingua dell’Impero, l’inglese, per ottenere una sonorità che rimandasse al sacro e al concetto di recupero delle proprie radici. Siccome il latino ha questa duplice valenza e siccome è una lingua che fin dal liceo mi ha sempre ispirato, ne ho ripreso gli studi della grammatica per poter sviluppare correttamente quest’idea, senza improvvisare maldestramente. Tenevo fortemente anche a voler essere un esempio concreto di “progetto anti-sistema”, ponendomi in una posizione di ricerca e osservazione senza alcuna tendenza né a sinistra né, tanto meno, a destra. Perché è solo la ricerca della verità su come stanno le cose, fuori e dentro di noi, che ci rende emancipati rispetto a qualsiasi tipo di manipolazione atta a inocularci un nuovo archetipo di bene e di male. Stiamo assistendo ad un feroce attacco all’immaginario collettivo che sono piuttosto certo stia cambiando il paradigma in questa nostra epoca e rendendo la mia generazione l’ultima veramente libera, come ci ha sussurrato anzitempo Julian Assange. Per questo il primo brano del nuovo EP si chiama Sùstine Impetum e da anche il titolo all’EP… Perché è un’esortazione a resistere all’attacco!
Gli arrangiamenti e le sonorità sono piuttosto scuri e il suono del basso è molto presente, immagino sia voluto, essendo un progetto in cui nulla è lasciato al caso.
La preparazione di questo disco è stata lunga e ha avuto un forte impatto sul mio quotidiano. Cercavo uno strumento portante che fosse diverso dai canonici già utilizzati in passato con il precedente capitolo della trilogia, Padre, la conoscenza è di tutti 1+. Sono un grande appassionato di strumenti acustici di ogni genere e forma, ma il basso acustico sintetizza perfettamente le mie necessità di ottenere un suono solido, scarno e scuro e tale per cui, mentre lo suono, mi restituisca sulla pancia quelle vibrazioni che la sua cassa di risonanza può dare. Ma non volevo usare altri strumenti armonici, per cui semplicemente decisi di prendere gli accordi sul basso, come fosse una chitarra a quattro corde. Questo richiedeva un costante esercizio giornaliero per rinforzare i muscoli della mano sinistra. E siccome mi accorsi ben presto che sarebbe stato necessario comporre brani partendo da questo strumento, decisi di tenere in casa solo bassi acustici, per essere costretto ad incanalare la mia creatività sul basso, appunto. Ogni giorno andavo nel mio studio a provare le nuove composizioni. Volevo arrangiare i brani in base a quello che riuscivo, da solo, a riprodurre dal vivo. Quindi ho aggiunto al basso acustico: una grancassa, una pedaliera per gli effetti sulla voce e alcuni pedali per basso. Ci ho messo circa quattro anni per ottenere il sound che oggi propongo e di cui sono, per la prima volta in vita mia, grandemente soddisfatto.
In che misura sei attivo sui social? Qual è il tuo rapporto con la tecnologia?
Non sono particolarmente attivo sui social, ma devo necessariamente utilizzarli per diffondere le mie creazioni. Credo che, come per tutte le cose, sia la gestione delle risorse il nodo cruciale su cui porre attenzione estrema, oggi. Il sito interattivo che ha realizzato e sviluppato per me Davide Rino Rossi, eccellente ed esperto di visual, comunicazione e design di Roma (che ringrazio e che stimo molto per come è riuscito a trasformare le mie idee in un concept visivo così efficace), è una piattaforma che incarna il principio guida di questa seconda parte della trilogia incentrata sui ruoli genitoriali, cioè che nulla è offerto ma tutto va ricercato con impegno. Perché sono le nostre priorità che rendono manifeste le inclinazioni emotive nella vita. Quindi cerco di utilizzare i miei canali web come esca per condurre l’utente più curioso in un percorso di immersione negli abissi del mio progetto artistico che ha il nome di una formula: Nutriente, Alcalina, Verticale = Madre ( |\| /-\ \/ = |\/| ).
Con quale artista ti piacerebbe collaborare essendo il tuo un progetto così complesso, chi pensi possa essere affine al tuo afflato artistico?
Tra gli artisti Italiani mi sento particolarmente vicino a Giovanni Lindo Ferretti, per la sua predisposizione alla ricerca interiore. Ma anche Angelo Branduardi mi ha da spesso affascinato e colpito per il suo essere fuori dalle dinamiche commerciali discografiche avendo sempre proposto lavori molto originali e liberi da schemi. L’italiana di adozione berlinese Caterina Barbieri, in ambito sperimentale elettronico, mi ispira molto. Sarebbe una commistione interessante da attuare: il mio basso acustico e il canto in latino con i suoi moduli analogici.
Come ti sei organizzato in questo periodo di stop ai concerti e alle attività artistiche, che progetti hai per il futuro, seppur cosi incerto?
L’11 marzo uscirà l’EP Sùstine Impetum, che comprende i primi tre singoli già rilasciati nel precedente anno e altri quattro brani, tra cui il singolo che dà il nome all’EP. Quindi inizierò a fare degli spettacoli in streaming dal mio teatro-studio. Ho costruito un set scenografico molto particolare, una struttura dentro la quale eseguire il repertorio da solo, che appena sarà possibile porterò in concerto in giro. Punto anche e soprattuto all’estero perché l’utilizzo della lingua latina rende questo mio progetto uno spettacolo esportabile ovunque anche fuori dall’Italia.
Cosa sono quelle “pillole video”, vicine alla videoarte, che hai caricato sul tuo canale YouTube?
Il progettoNutriente, Alcalina, Verticale = Madre ( |\| /-\ \/ = |\/| ) si esprime su più livelli: un disco diviso in due parti, un docufilm in episodi, le cui prime otto puntate vanno ricercate nel sito, trovando degli indizi e risolvendo degli enigmi, e uno spettacolo dal vivo molto particolare, che prevede l’utilizzo di proiezioni frontali. Le “pillole” sul mio canale YouTube sono delle “esche”, degli estratti degli episodi che conducono al sito. Probabilmente tutti gli altri episodi saranno rilasciati durante i concerti in live streaming che farò e in seguito inseriti nel sito.