– di Naomi Roccamo –
“L’evento unico (non più)” di Diego Naska e Simone Panetti ha fatto tappa anche nella città natale di quest’ultimo, Roma, sold out anche qui, reggendo benissimo il confronto con Milano, capoluogo adottivo di questo duo che, diciamolo, è fra i più amati d’Italia e dell’internet.
Lo streamer e creator (l’ordine è intercambiabile) Panetti (anche detto Panetty) e il rocker (principalmente) Naska sono coinquilini, amici, probabilmente amici di letto nei sogni di buona parte del loro fandom, intrattenitori delle serate di molte vostre serate su Twitch e, oggi, compagni di palco e tour.
Apparentemente sono un po’ un prendi due paghi uno, con l’amore dei fan spaccato a metà, ma tra la folla si intravedono le creste e le teste colorate, lì per il punk di Naska, e i bimbi di Panetti che sono invece già piazzati sotto palco, essendo lui il primo dei due ad esibirsi. L’esperienza mi fa avere poca fiducia nella puntualità dei concerti e infatti arrivo 10 minuti dopo l’inizio, con la voce di Simone già accompagnata dai cori. Non saprò mai se in apertura c’è stata “Cagna”, una delle parole preferite da Panetti e che infatti non va confusa con “Cagami Cagna”, ma è partito tutto da lì quindi mi piace pensare che sia andata così.
Nel “Profondo Rosa”, che adesso che ci penso è un titolo forse un po’ in contrasto col linguaggio spinto e non esattamente femminista dell’album ma sicuramente bellissimo, si comporta come fosse a casa sua, perché in effetti lo è; Panetti fa botta e risposta con quello che non è solo il suo pubblico ma sono prima di tutto amici suoi, che si permette di prendere in giro e coinvolgere direttamente.
Chiede di farsi prestare 5 euro, reclama i reggiseni (ma soprattutto calzini) sul palco, rifiuta i baci richiesti (tranne quello con Dario Moccia, a quello non ha potuto sottrarsi per nostra grande gioia). Nessuno può portargli via la fiducia costruita da anni nelle live e fra gli scambi volutamente molto confidenziali coi fan. È fratellanza, è la loro reunion e chi come me sta lì solo perché di Panetti conosce e apprezza principalmente il lato musicale più cinico malinconico deve stare al gioco.
Sul palco sale Drast, metà degli PSICOLOGI, per cantare “Dentro di Te”, mancano invece i bnkr44, la controparte di “Morirei”, poi si duetta idealmente con Franco Califano in una cover di “Tutto il resto è noia”, perfetta per il mood panettiano: “dajè regà, io la leggo dal telefono. Non pigliatemi per il culo, che non la sapete manco voi!”.
L’hype per il pogo durante il finale dell’intermezzo “Cerotti”, o per la hit “Su di Te”, non viene rispettato, alla generazione Twitch evidentemente non piace poi così tanto pogare. Per “Giulia”, canzone dedicata alla ragazza e a mio avviso una delle canzoni d’amore più belle scritte di recente, c’è un meritato momento di serietà: anche Panetty ha un cuore.
“Altro che Diego Naska”. Saluta tutti e lascia spazio al secondo in gara.
I discepoli di Naska sono “Punkabbestia” e si vede, si salta un po’ di più. Super energico e in forma per il suo Rebel, titolo del suo album e del singolo dedicato alla nipote nata da poco. Il punk non viene lasciato andare, rivive anche nei siparietti che si intervallano fra un brano e l’altro e che a volte mi riportano all’estetica dei videoclip dei Blink 182 e altre cose belle che facevano la storia su MTV.
Di “7 su 7” c’è il bis, ogni canzone viene introdotta da intro semipersonali ed è ulteriormente personalizzata dalle grafiche delle scenografie colorate e un po’ baby riferite, dal pappagallino di “Polly” al finto dark di “Horror”.
La mamma è ovviamente sempre presente in quello che dice, come sul petto e nelle canzoni e quando la indica e la saluta mi pare di capire che è la signora dietro di me, allora mi intenerisco parecchio. Sono circondata in generale da una generazione che non mi appartiene ma ha preso il volo e l’idea che molti di loro, emozionatissimi lì, in quel momento, il giorno dopo si sarebbero alzati per andare a scuola mi commuove e fa stare in qualche modo bene.
Poi, aspettavamo tutti quel momento e sapevamo sarebbe arrivato, ce li ritroviamo in contemporanea sul palco: per “Cara buongiorno” torna Panetti ed entrambi danno il meglio e mettono d’accordo tutti.
E sono giorni che tocco il fondo
E sono giorni che non mi ricordo mai
Stasera torni? Forse non torno
E anche stanotte, eh, cara, buongiorno, sì
Cara, buongiorno, cara, buongiorno
Cara, buongiorno, eh, cara, buongiorno
E cara grazie, grazie un mondo
Ma non torno più, cara non torno, no
Finito lo show scappano via, fra un selfie di sfuggita e il bodyguard col muso incattivito che quasi fa sorridere anche loro il fatto che ci sia. I più coraggiosi rimangono comunque fuori, anche perchè si possono riconoscere volti noti di Twitch e comunque rubargli una foto o un abbraccio.
La live digitale si concretizza in un live effettivo, ci si conosce ufficialmente così. C’è chi approfitta della somiglianza del mio ragazzo con Naska per chiedere a lui la foto. Mi fa sorridere. Alla fine mi son sentita un po’ più giovane anche io.