– di Angelo Andrea Vegliante –
Di questi tempi, purtroppo, va fatta una premessa territoriale. Perché se non sei di un determinato posto, molte volte ti viene detto che neanche ne puoi parlare, in quanto non lo conosci, non lo vivi. Perciò sono qui a dire una cosa che potrà scioccare ognuno di voi – se mai sia così: sono nato a Roma, cresciuto a Ostia da che ho memoria e, tutt’oggi, faccio parte del X Municipio della Capitale, uno dei più attivi nelle cronache nazionali, e non certo per particolari meriti pubblici. Oltretutto, vado in palestra da quelle parti lì. Più vissuto di così.
Bene, detto ciò, veniamo al protagonista di questo articolo d’opinione: J-ax. O meglio, il suo ultimo singolo, “Ostia Lido”, già bollato da alcuni come il prossimo tormentone estivo. Nulla da sindacare su questo, più invece sulla reazione di chi ha definito tale brano un rilancio artistico per un territorio romano martoriato dai consueti fatti di cronaca che raccontano una realtà ben lungi dall’essere tranquilla.
Ma andiamo con ordine. Il titolo del pezzo sembra evocare di per sé un inno al famoso litorale della Capitale. Tuttavia, come già ci hanno abituato i TheGiornalisti e Calcutta, non è così. Anzi, siamo di fronte a un semplice brano che, ritmato a ‘mo d’estate, vuole solo essere una semplice canzone scaccia pensieri. Niente di male, la musica è bella perché varia. Però, le reazioni festanti di chi parla di una canzone che ‘finalmente’ inquadra Ostia Lido come importante località balneare sanno un po’ di finto.
Perché? Beh, perché il brano sembra lontano anni luce dall’essere un manifesto pro Ostia Lido. A cominciare da una frase del ritornello, che declama le seguenti parole: “Ma se restiamo insieme / Sembra un paradiso anche Ostia Lido”. Come a dire, non importa dove andiamo, anche nel posto meno importante del mondo, purché tu e io stiamo insieme. Di primo impatto, non mi sembra il dipinto migliore che si possa fare per un quartiere di uno dei municipi capitolini più importanti.
Uno di voi giustamente potrebbe ribattere asserendo che sono già andato al ritornello senza passare dal via. Il problema, però, è che nel resto del pezzo non si parla di Ostia Lido in sé e per sé, ma semplicemente si canta un luogo di spiagge e mare, che potrebbe essere benissimo confuso con qualsiasi altra località balneare italiana. Se al posto di Ostia Lido mettessimo Ladispoli o Anzio, il risultato non cambierebbe affatto. Nella prima strofa del brano, poi, le frasi “Altro che Bali Bali / Sognavamo Bari Bari” fa supporre che dall’idea iniziale di Bali si è passati per Bari, per accontentarsi infine di Ostia Lido. Concetto rimarcato nuovamente nel ritornello: “Cosa importa se / Sognavi Puertorico / Ma se restiamo insieme / Sembra un paradiso anche Ostia Lido”. Il resto, è un testo che rasenta il leit motiv delle bombe estive: mare, sole, spiagge, culi, racchettoni e gente che balla. Niente di più.
Insomma, “Ostia Lido” di J-ax è un tormentone stagionale e tale dovrebbe restare. Perché, come abbiamo appena visto, il pezzo non è un’ode al quartiere del X Municipio, ma semplicemente un pretesto poetico per creare una rima fonetica con Puertorico. Usare quest’opera come ‘rilancio mediatico’ del Territorio è farisaico sotto diversi punti di vista. Il più importante, quello di diffondere l’idea che di Ostia si parli solo male. Quando, di fatto, la situazione in cui versa la località balneare sopracitata è tragica: mafia, lotte tra clan in pieno giorno e piena notte, assenza di eventi culturali degni di rilievo, problemi legati alla balneabilità dei mari, accessi alle spiagge inagibili e privi di manutenzione, una mancanza di inclusione sociale per le persone con disabilità, per citare alcuni problemi.
Dunque, per favore – ma è un gigantesco per favore -, smettiamola di usare la musica per rilanciare il proprio territorio quando, nell’entità dei fatti, di per sé non ha quell’obiettivo. Tuttavia, se si vuole realmente rilanciare ‘la propria casa’, non aspettiamo che un artista ci faccia una canzone sopra: agiamo concretamente (e socialmente). Altrimenti, ogni volta che accadrà qualcosa di simile, esclameremo parole di mestizia: “Oh, ma anche J-ax conosce Ostia, allora siamo famosi anche noi”. Mah.