Certe cose succedono davvero solo nei sogni. Sarebbe difficile da spiegare una collaborazione che porta Carmelo Pipitone (Marta sui tubi, ma lo sapete) a suonare con membri di King Crimson (Pat Mastelotto) e Porcupine Tree (Colin Edwin). Poi ci pensi un attimo e forse non è così strano, visto che di mezzo c’è Lef, che viene dagli Obake e che coi Berserk! aveva già collaborato con le suddette star internazionali.
Quindi con un 2+2 facile si arriva agli O_r_k, il supergruppo austrameritaliano di rock progressive. Wow, tanta roba.
Il 4 febbraio si presentano dal vivo a Roma, al Quirinetta, luogo perfetto per la venue: elegante, accogliente e garante di qualità per resa audio e impatto scenico. Inflamed rides è un ottimo lavoro in studio e le aspettative sono alte.
Ecco, si sente spesso parlare di “supergruppo” e in questo caso l’appellativo è quanto mai giustificato: Pipitone è uno dei migliori chitarristi italiani, ha creatività e tecnica tanto con l’acustica quanto con l’elettrica, creando trame complesse e riff devastanti. Insieme a lui, Colin Edwin e il suo basso fretless fornisce la botta ai brani. Lef è ottimo cantante e performer, capace di andare su vocalità da crooner fino agli scream più arditi, spesso nello stesso brano, giocando più con la voce che con i synth, che decorano più che fare da fondamenta. Unica pecca: il suono irrimediabilmente finto del pianoforte, che stride nel contesto dell’ensemble. E poi c’è Sua Maestà Mastelotto, che potrebbe reggere da solo qualsiasi show, dietro le sue pelli.
La band è compatta e sembra conoscersi da sempre, rendendo il repertorio quasi meglio che sul disco: le atmosfere oblique e i paesaggi sonori vengono scanditi con precisione, con Lef a guidare il tutto da frontman esperto e padrone della scena. In una scaletta che non lascia nulla in sospeso si gode delle atmosfere di “Jellyfish” fino all’encore di “Pyre”, lo show dimostra concretamente cosa voglia dire prendere alcuni dei musicisti migliori al mondo e vederli divertirsi a suonare quello che più gli piace fare, senza dover star lì a litigare con la propria storia o con le etichette che il pubblico gli mette addosso.
Se ne avete possibilità, non perdeteveli dal vivo. Musica che va avanti, davvero.
Riccardo De Stefano