Era l’autunno 2014 quando Giordano Sangiorgi, patron del Mei, il più importante meeting italiano di musica indipendente, chiamava a raccolta alcuni dei professionisti e delle realtà più attive della musica indipendente, per capire insieme come far ripartire la manifestazione. Poco prima, alla ventesima edizione, Sangiorgi aveva annunciato la fine di un ciclo. Il sospetto fu, all’epoca, che non avremmo più visto il grande baraccone riempire le piazze e le strade di Faenza e inondare di nuova musica gli avventori da tutta Italia. Dopo alcuni mesi, invece, eravamo già intorno a un tavolo, a progettare il Nuovo Mei. Abbiamo discusso a lungo su come rinnovare un format collaudato per così tanti anni, non è stato facile mettere insieme i pezzi. In mezzo, tra il Mei e il Nuovo Mei, l’esperienza romana alla Pelanda di Roma, a febbraio 2015, che si è rivelata un banco di prova, uno spazio comune in cui elaborare nuove forme per il Nuovo Mei.
Alla fine, la soluzione più congeniale ci è sembrata quella ideata dal neo direttore artistico, Saro Lanucara, incaricato da patron Sangiorgi di costruire e coordinare un nuovo staff per la progettazione di quello che porterà il nome di Super Mei Circus.
Abbiamo scelto la metafora del circo per fotografare la passione e gli artisti, i produttori e tutti i lavoratori della musica, dall’operatore di palco ai giornalisti, dai giovani produttori ai fonici. Un’intera filiera che, fra innumerevoli difficoltà, prova a far emergere il proprio talento e la propria professionalità viaggiando, barcamenandosi e sacrificandosi. Il circo come luogo immaginario dell’industria musicale, dove lavorare per continuare a cercare e creare nuovi spazi e nuovi palchi, per nuovi pubblici e nuovi talenti. È una necessità che si fa ancor più assordante nelle provincie del Belpaese, dove rendere sostenibile il fermento culturale e musicale diventa una missione quasi impossibile, pur essendo quello un motore primario per la rivalsa economica e sociale dell’intero Paese.
E allora abbiamo messo su un circo musicale, che vuole farsi volano per la diffusione capillare dei nuovi talenti della frastagliata scena musicale italiana. La scena della produzione indipendente italiana – che produce, supporta e sostiene con grande tenacia ed emotiva industriosità i talenti – non va certo intesa come una serie dilettantistica rispetto al mainstream. Sì, l’oligopolio delle grandi major multinazionali impone regole del gioco insostenibili per le piccole realtà dell’autoproduzione e dell’artigianalità, ma la scena indipendente deve diventare sempre più glocal e andrebbe maggiormente sostenuta per le sue peculiarità e per la sua intrinseca eticità produttiva tipica delle piccole imprese familiari, dove passione e qualità sono i veri tratti distintivi del prodotto e dei servizi che questo sottobosco produttivo riesce a garantire.
Perciò, se per scoprire nuovi mondi è necessario mettersi in viaggio, abbiamo deciso di metterci in viaggio. Ed è questo, forse, l’elemento di maggior rottura con il passato per il Mei, un nuovo Mei itinerante che non resti uno statico punto di riferimento, ma che si avventuri nelle province, nelle città, nei territori, alla scoperta della nuova musica e delle nuove e vecchie difficoltà che soffocano questo ambiente.
Ascoltare, quindi. Prestare orecchio alle note ma anche a chi per la musica del proprio territorio si sbatte e farsi carico della responsabilità di venirne a capo. È per questo che il progetto degli Stati Generali della Nuova Musica è nato e sta andando avanti, coordinato da Tiziana Barillà (Left), con l’aiuto di Francesco Galassi (ExitWell).
Gli undici tavoli di lavoro messi in piedi a Roma, l’8 febbraio, sono stati un evento unico per questo settore. Unico nella laboriosa e informale disponibilità di più di 200 soggetti che hanno deciso di sedersi a tavolino per trovare una piattaforma comune. Non potevamo lasciare che finisse tutto lì, perciò ci siamo messi in viaggio e in ascolto. Da Torino a Tindari, da Marina di Camerota a Roma, abbiamo cercato di analizzare le criticità di chi lavora nel settore: musicisti e band, operatori, associazioni, live club. Quello che abbiamo capito è che problemi comuni necessitano di soluzioni unitarie. Al grido di #Cambiamomusica nelle nostre città, perciò, lavoriamo a un manifesto nazionale che metta in fila i più o meno assurdi ostacoli allo sviluppo della creatività. Una piattaforma comune che protegga come un ombrello di idee e sacrosante rivendicazioni, ogni singolo, piccolo o grande, operatore della musica nel suo territorio. Siamo liberi cittadini che rivendicano il loro diritto alla buona musica. Non è una questione di “addetti ai lavori”, quindi. Sbloccare la creatività nei territori – grandi, medi o piccoli che siano – è il miglior modo di rendere vivibili e “sicure” le nostre città. Insomma, il nostro diritto ad avere una “città viva”.
Sono stati mesi intensi, ma crediamo di poter dire che alla fine il risultato è stato raggiunto con successo. Il Super Mei Circus, il Nuovo Mei, è partito con quella che possiamo definire la data zero. Ed è stato un grande zero: importante la lineup, alta la qualità, numerosa l’affluenza.
La carovana del Super Mei Circus è partita, affonda i piedi in tutta l’esperienza degli ultimi vent’anni di musica italiana. E, tendone al seguito, sotto la guida di patron Giordano Sangiorgi e del nuovo direttore artistico Saro Lanucara, è pronto a invadere le vostre città.
Francesco Galassi, Tiziana Barillà, Saro Lanucara, Fabrizio Galassi